Italia e Estero

Gimbe, in un mese quasi dimezzati i ricoveri

Dal 5 all'11 maggio i ricoverati con sintomi sono diminuiti del 17,8%, e i ricoveri nelle terapie intensive sono diminuiti di 371, pari al 5,1%
Un reparto covid
Un reparto covid
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In un mese si sono quasi dimezzati i ricoveri per Covid in Italia e si è allentata ulteriormente la pressione sugli ospedali: in 35 giorni i ricoveri con sintomi nei reparti Covid si sono ridotti del 49,1% ricoveri con sintomi e del 45,1% quelle nelle terapie intensive.

Lo indica la Fondazione Gimbe, che nel suo monitoraggio rileva che nella settimana dal 5 all'11 maggio i ricoverati con sintomi sono diminuiti di 3.239, pari al 17,8%, e i ricoveri nelle terapie intensive sono diminuiti di 371, pari al 5,1%.

Nella stessa settimana i nuovi casi si sono ridotti del 19%, a 63.409 contro i 78.309 di quella precedente e i decessi sono diminuiti del 15,4%, a 1.544 da 1.826. «L'ulteriore calo dei nuovi casi settimanali riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un'Italia tutta rosso-arancione», osserva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta.

La tendenza è alla riduzione dei casi in tutte le regioni, ma continua a salire leggermente l'indice di contagio Rt medio calcolato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), che rispetto al valore di 0,85 (0,80-0,91) della scorsa settimana ha raggiunto lo 0,89 (0,85-0,91). Inoltre «si allenta ulteriormente anche la pressione sugli ospedali, sia per la minore circolazione del virus che per i primi effetti dell'elevata copertura vaccinale negli over 80», osserva Renata Gili, responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione.

Nei reparti Covid rispetto al picco del 6 aprile scorso, con 29.337 posti letto occupati, il numero è sceso a 14.937, pari al 49,1% in 35 giorni. Solo la Calabria supera la soglia di allerta del 40%. Sempre rispetto al 6 aprile i posti letto occupati nelle terapie intensive sono diminuiti da 3.743 a 2.056, con una riduzione del 45,1% in 35 giorni. La soglia di saturazione del 30% risulta superata, seppur di poco, in Lombardia e in Toscana (32%). 

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