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Ex Ilva: al via l'appello del processo Ambiente Svenduto

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TARANTO, 19 APR - E' iniziato nell'aula bunker della vecchia sede della Corte d'Appello di Taranto il processo d'appello originato dall'inchiesta chiamata 'Ambiente svenduto' per il presunto disastro ambientale causato dall'ex Ilva durante la gestione della famiglia Riva. In primo grado furono 26 le condanne nei confronti dirigenti della fabbrica, manager e politici, per circa 270 anni di carcere. La Corte d'assise d'appello è presieduta dal giudice Antonio Del Coco, affiancato dal giudice Ugo Bassi e dalla giuria popolare. L'accusa è rappresentata dal procuratore generale Mario Baruffa e dai pubblici ministeri del primo grado. Oggi sono presenti in aula i sostituti procuratori Remo Epifani, Raffaele Graziano e Giovanna Cannarile. E' in corso l'appello dei nominativi degli imputati (sono 39 persone fisiche, 5 in meno rispetto al primo grado - tra questi l'ex sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, che fu assolto - per i quali non è stato proposto appello, e tre società) e delle parti civili, circa un migliaio. L'udienza di oggi è dedicata alla costituzione delle parti. La Corte d'Assise stabilì sia la confisca degli impianti dell'area a caldo che la confisca per equivalente dell'illecito profitto nei confronti delle tre società Ilva spa, Riva fire e Riva forni elettrici per una somma di 2,1 miliardi. Furono disposte inoltre provvisionali di 5000 euro a centinaia di residenti al quartiere Tamburi, lavoratori, associazioni ed enti. I risarcimenti in sede civile risultano ancora bloccati. Il giudice Antonio Del Coco ha precisato che oggi saranno raccolte le eccezioni preliminari e tutte le richieste di rinnovazione istruttoria e la documentazione depositata nelle more del decreto di citazione in giudizio e saranno calendarizzate le udienze fino a luglio. Un percorso che si concluderà con un provvedimento della Corte che deciderà in merito a tutte le questioni sollevate.

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