Italia e Estero

Estendere il Green Pass, il nodo di bar e ristoranti

Il sottosegretario alla Salute Costa tende a escludere l'ipotesi, ma pesa la recrudescenza dei contagi
Green Pass, il nodo di bar e ristoranti alimenta il dibattito - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Green Pass, il nodo di bar e ristoranti alimenta il dibattito - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Sì all'estensione dell'uso del Green Pass, ma escludendo bar e ristoranti. È il parere del sottosegretario alla Salute Andrea Costa intervenuto ai microfoni della trasmissione «L'Italia s'è desta» su Radio Cusano Campus. Il governo, ha aggiunto Costa, potrebbe decidere a breve: «Prevedo che già nella prossima settimana la discussione possa arrivare ad una sintesi e ad una decisione».

«Sento parlare di modello francese, ma semmai si tratta di ampliare quello fin qui adottato dal governo italiano - ha affermato -. Per Rsa, matrimoni, stadi, fiere e congressi è già previsto l'utilizzo del green pass in Italia, così come l'obbligo vaccinale per i sanitari. Non credo che siamo nelle condizioni di dover rincorrere qualcuno, dobbiamo fare una valutazione. Estendere l'utilizzo del green pass ad esempio ai mezzi di trasporto a lunga percorrenza può essere una buona soluzione. Nei teatri e nei cinema è prevista una limitazione nella capienza, penso che ampliare la capienza e introdurre l'accesso solo con green pass possa essere un'opportunità. Ma arrivare a mettere il green pass per andare al bar o al ristorante stante la situazione attuale mi sembra eccessivo».

In altre parole, Green Pass oltre che per eventi e concerti, anche per treni, navi e aerei, ma il nodo più dibattuto anche nel confronto in seno alla maggioranza pare proprio quello di bar e ristoranti. Una misura che molti operatori guardano con timore e con preoccupazione (se non con rabbia), ma sulla quale pesa la significativa impennata dei casi di contagio da coronavirus registrata nel corso dell'ultima settimana. 

Se da un lato la Lega con Salvini invoca la riapertura delle discoteche e invita al rispetto delle regole, ma non ancora ad un inasprimento delle stesse («ci penseremo quando ce ne sarà bisogno»), sulla linea di Costa appare Forza Italia, con le ministre Mara Carfagna e Mariastella Gelmini e con il coordinatore nazionale Antonio Tajani: «Sul green pass siamo assolutamente favorevoli ma questo non significa che la vaccinazione debba essere obbligatoria».

Obbligo per stadi e concerti invoca il presidente della Liguria, Giovanni Toti, mentre dalle fila di Fratelli d'Italia l'eurodeputato Vincenzo Sofo tuona contro l'opzione francese che bolla come una deriva antidemocratica: «Non dobbiamo strumentalizzare una crisi sanitaria per imporre restrizioni alla libertà individuale e un modello di società orwelliano alla popolazione italiana».

A cercare di riportare ordine, interviene il presidente del Friuli Venezia-Giulia e della Conferenza Stato-Regioni, Massimiliano Fedriga: «Serve un minimo di equilibrio. È oggettivamente fastidioso vedere un Paese nel quale ci sono le tifoserie in una pandemia» ha dichiarato ai microfoni di «Radio anch'io» su Rai Radio 1, in merito al Green pass. E su un intervento tecnico fa leva invece la voce di Coraggio Italia con il capogruppo alla Camera Marco Marin: «Sono favorevole al Green Pass perchè è uno strumento di libertà individuale che va di pari passo con la responsabilità collettiva. Per questo chiediamo al Cts, che ha tutti gli strumenti per farlo, di indicarci in maniera chiara i luoghi dove oggi avvengono i contagi».

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