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Enzo Tortora, 40 anni dopo l'arresto l'abbraccio tra la figlia e il procuratore Chiappani

Il magistrato bresciano a capo della Procura di Bergamo all'intitolazione del giardino dedicato al presentatore vittima di errore giudiziario
Il procuratore capo Antonio Chiappani e la Gaia Tortora, figlia di Enzo, nel giardino intitolato al presentatore a Bergamo - Foto Bedolis
Il procuratore capo Antonio Chiappani e la Gaia Tortora, figlia di Enzo, nel giardino intitolato al presentatore a Bergamo - Foto Bedolis
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Un abbraccio. Che si carica inevitabilmente di un grande valore simbolico. È quello tra Gaia Tortora, figlia di Enzo Tortora, conduttore tv divenuto vittima di uno dei più clamorosi errori giudiziari della storia repubblicana, e il procuratore capo di Bergamo, il bresciano Antonio Chiappani. L'occasione del gesto, giunto a sorpresa, è stata l'inaugurazione del giardino intitolato dal presentatore Rai che fu arrestato proprio 40 anni fa come ieri, il 17 giugno 1983

Perchè Bergamo

Un giardino, quello scelto dall'amministrazione guidata da Giorgio Gori, con una posizione tutt'altro che casuale: è infatti in piazza Dante, proprio davanti alla sede della Procura di Bergamo. Nel carcere del capoluogo orobico peraltro Tortora fu detenuto dal 15 agosto 1983 al 17 gennaio 1984, quando gli furono concessi i domiciliari. «L'anniversario di oggi rappresenta una vita intera e non è un caso che io abbia voluto trascorrere questo giorno qui a Bergamo, perché questa città ha un doppio valore: quello del carcere, dove mio padre è stato rinchiuso, ma anche quello della rinascita» ha spiegato la figlia del presentatore scomparso nel 1988.

La dedica

Enzo Tortora tra le figlie Silvia, scomparsa nel 2022, e Gaia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Enzo Tortora tra le figlie Silvia, scomparsa nel 2022, e Gaia - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

«Questa dedica rappresenta una scelta di speranza - ha detto Gaia Tortora, anche lei giornalista e scrittrice - perché papà ha passato nel carcere di Bergamo diverso tempo, dopo essere stato a Regina Coeli, ma non volevo che Bergamo fosse legata al suo nome soltanto come luogo del dolore. La scelta di dedicargli un luogo vicino alla Procura è simbolica e invita alla riflessione sul tema della giustizia».

«Ero a Roma quella mattina»

E a rafforzare la valenza simbolica dell'intitolazione è giunto inatteso quell'abbraccio: quello appunto con il capo della Procura orobica, l'orceano Chiappani. «Nel 1983 ero uditore giudiziario a Roma - ha raccontato il magistrato bresciano a L'Eco di Bergamo - e la mattina del 17 giugno passavo casualmente da via del Corso, dove Tortora fu arrestato. Guardo a questa targa - ha aggiunto riferendosi a quella appena svelata - come un monito, non come una provocazione».

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