Elezioni politiche, Buratti: «Sarei rimasta con Calenda, ma mi fido di Della Vedova»

«Erano settimane che stavamo lavorando alla preparazione della campagna elettorale: banchetti in posti strategici e iniziative. Poi da un giorno con l’altro Calenda ha strappato l’accordo». A parlare è Elena Buratti, 24 anni originaria di Borgosatollo, membro dalla direzione nazionale di +Europa e coordinatrice del partito a Milano.
La federazione di Azione e +Europa a livello locale e regionale stava lavorando in maniera serrata. Poi è successo l’imprevedibile: «La cosa ha turbato me ma anche i molti amici che ho in Azione». Buratti, che è anche la più giovane coordinatrice di +Europa, aveva pianificato tutto e nel fine settimana era partita per le vacanze, poi domenica è arrivata la notizia che non ti aspetti. «Così con qualche problema di connessione e molti dubbi mi sono connessa alla direzione nazionale convocata l’altro giorno».
L’appuntamento formale nel quale si è deciso di restare con il Partito democratico e lasciare Calenda al proprio destino: «Una parte della base chiedeva di mantenere la federazione con Azione, ma alla fine i vertici hanno deciso di mantenere fede all’accordo siglato con il Partito democratico». La rappresentante bresciana era favorevole all’idea di restare con Calenda: «La federazione è stato frutto di lavoro di mesi, ma fido anche di quello che decide il mio segretario Benedetto Della Vedova».
Sulle ragioni dell’addio poi l’analisi di Buratti è abbastanza lucida: «Da un lato dovevamo aspettarci che Calenda con questo suo carattere umorale e un po’ ondivago potesse fare scelte imprevedibili, certo non con questa rapidità. Sono anche d’accordo con la disamina fatta da Della Vedova che nel momento (Calenda) in cui ha firmato l’accordo con il Pd non poteva non sapere che Letta avrebbe allargato la coalizione ad Europa Verde e Sinistra italiana».
Ma quindi perché alla fine se ne è andato così? Quali sono i veri motivi: «Secondo me ha sentito arrivare il Movimento 5 Stelle, probabilmente ha immaginato che un accordo tra Pd e pentastellati fosse ancora possibile, magari anche in un momento successivo alle elezioni del 25 settembre». Detto questo e tornando sulle ragioni per cui personalmente Buratti avrebbe preferito restare con Azione ci sono quelle fondative di un ipotetico Terzo polo: «Tutti abbiamo creduto nella possibilità di fondare un autentico polo liberal democratico anche in Italia, fondato sui valori dell’europeismo e dell’atlantismo».
Questa è anche una delle ragioni che creano distanze anche tra +Europa e il movimento Rossoverde: «Non dimentichiamo le critiche sul nucleare, la posizioni nette di Bonelli contro i rigassificatori e i voti contrari di Fratoianni sulla Nato. Sono tutte cose che mi fanno dire che eravamo molto più vicini ad Azione. Resta il fatto che seguo le indicazioni di Della Vedova, Bonino e Magi che restano per me dei punti di riferimento». In questi giorni difficili comunque arrivano buone notizie: «Sono felicissima della candidatura di Carlo Cottarelli, per altro credo che correrà all’uninominale a Milano. Siamo pronti alla campagna elettorale».
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