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Ddl sul suicidio assistito, c'è il primo sì della Camera

Lunedì il testo in Aula. Intanto il via libera delle Commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera. Accolte le richieste del centrodestra
La Camera dei Deputati - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
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A tre anni dalla prima ordinanza della Corte costituzionale del novembre 2018 che sollecitava il Parlamento a varare una legge sul suicidio assistito, la norma compie il primo passo con il sì delle Commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera a un disegno di legge che lunedì prossimo arriverà in Aula. 

Un passo dovuto alle mediazioni dei relatori, Alfredo Bazoli (Pd) e Nicola Provenza (M5s) che hanno accolto alcune significative richieste del centrodestra che ha superato l'ostruzionismo condotto per tre anni, pur rimanendo contrario alla legge. I possibili voti segreti in Aula rimangono un macigno che incombe sul testo.

L'iter

All'ordinanza del novembre 2018 a varare una norma, era seguita nel novembre 2019 una sentenza della Consulta che dichiarava parzialmente incostituzionale il reato di aiuto al suicidio nella sentenza sul caso Dj Fabo-Cappato (articolo 580 del codice penale) e che indicava al Parlamento quattro pilastri per una legge sui suicidio assistito: che il paziente sia in grado di intendere e volere; che sia affetto da una malattia non reversibile; che abbia sofferenze psichiche o fisiche intollerabili; che dipenda da presidi vitali. 

Le modifiche accolte

La maggioranza giallo-rossa appena nata con il governo Conte 2 si è scontrata con l'ostruzionismo del centrodestra, che non è cessato dopo la sentenza della Consulta. I relatori hanno presentato quindi un testo base la scorsa primavera e nelle ultime settimane, quando si è passati a votare gli emendamenti, hanno accolto alcune richieste del centrodestra. La prima proposta accolta è l'obiezione di coscienza per i sanitari, richiesta anche dalla Cei. Inoltre è stato previsto che le sofferenza del paziente siano «fisiche e psichiche» e non «fisiche o psichiche»; e ancora il paziente deve essere tenuto in vita tra trattamenti sanitari di sostegno vitale, la cui interruzione provocherebbe il decesso del paziente. Due punti che i critici sostengono siano in contraddizione rispetto ai paletti indicati dalla Consulta. Il centrodestra chiedeva di introdurre altre limitazioni che tuttavia avrebbero svuotato la legge rispetto alla sentenza della Corte costituzionale, come il fatto che il malato fosse in fin di vita e che il sostegno vitale fosse l'alimentazione e l'idratazione artificiale. 

Le reazioni

I relatori e i presidenti delle Commissioni, Mario Perantoni e Marialucia Lorefice, hanno parlato di «mediazione positiva», mentre Riccardo Magi (+Europa), tra i promotori del referendum sull'eutanasia, si dice insoddisfatto. «È un frettoloso passo indietro rispetto alla sentenza della Consulta», commenta l'altro promotore del referendum, Marco Cappato. Il centrodestra ripresenterà alcuni emendamenti in Aula, dove l'incognita è rappresentata dai voti segreti. 

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