Italia e Estero

Covid, in calo i ricoveri nelle terapie intensive e tra i bambini

L'andamento epidemiologico, insieme all'efficacia dei vaccini, fa immaginare «un'estate caratterizzata da una assenza di circolazione virale»
Letti vuoti in un reparto di terapia intensiva - © www.giornaledibrescia.it
Letti vuoti in un reparto di terapia intensiva - © www.giornaledibrescia.it
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Prosegue la discesa dei ricoveri per Covid nei reparti ordinari e soprattutto nelle terapie intensive. Inoltre, dopo un mese di plateau, anche i posti letto occupati dai pazienti pediatrici registrano questa settimana un calo a due cifre. Resta stabile invece il numero delle vittime che, secondo gli esperti, essendo il parametro che diminuisce per ultimo dovrebbe vedere il segno meno solo tra due settimane. Al momento insomma l'andamento epidemiologico, insieme con l'efficacia mostrata dai vaccini, fa immaginare «un'estate caratterizzata da una assenza di circolazione virale» e «una nuova normalità», come ha detto il direttore generale di Aifa Nicola Magrini.

Negli ospedali

Stando alla rilevazione settimanale degli ospedali sentinella della Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), in sette giorni il calo più consistente è nelle terapie intensive, dove il numero dei pazienti è diminuito del 7,7% rispetto alla settimana precedente (da 195 del primo febbraio a 180 dell'8 febbraio). Nei reparti ordinari la diminuzione è del 3,3% e il totale dei ricoverati passa da 1.908 a 1.845. Per i ricoveri nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali della rete Fiaso, la percentuale scende dell'11,3%. Il 61% ha tra 0 e 4 anni, il 24% tra 5 e 11 anni, il 15% tra 12 e 18 anni. In particolare i neonati, da 0 a 6 mesi, costituiscono il 26% del totale e tra di loro solo il 48% ha entrambi i genitori vaccinati.

Il bollettino

Anche i numeri quotidiani forniti dal Ministero della salute mostrano un raffreddamento della curva: nelle ultime 24 ore sono 81.367 i nuovi contagi, ieri 101.864, ma sono stati processati 731.284 i tamponi molecolari e antigenici contro i 999.095 del giorno prima. Le vittime sono 384, ieri 415, ma alcune regioni avevano aggiunto dati non riportati nei giorni precedenti. I pazienti in terapia intensiva sono 1.350, 26 in meno di martedì nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 90. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 17.932 (18.337), ovvero 405 in meno rispetto al giorno prima. Il tasso di positività è al 11,1%, in aumento rispetto a ieri quando era al 10,2%.

Dall'inizio della pandemia sono 11.847.436 gli italiani contagiati dal Covid, mentre i morti sono 149.896. I dimessi e i guariti sono invece 9.822.915 con un incremento di 134.460 rispetto a ieri. Gli attualmente positivi sono 1.874.625, in calo di 53.175 nelle ultime 24 ore. I dimessi e i guariti sono invece 9.822.915 con un incremento di 134.460 rispetto a ieri.

I ricoveri con Covid

Un'infermiera al lavoro in un reparto ospedaliero - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it
Un'infermiera al lavoro in un reparto ospedaliero - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it

Tuttavia, mentre da un mese diminuiscono i pazienti ricoverati per Covid, con polmonite e sintomi respiratori, c'è un elemento che va in controtendenza: sono cresciuti del 5% in una settimana i ricoveri con Covid, ossia dei pazienti che arrivano in ospedale per curare altre patologie e vengono trovati positivi al tampone pre-ricovero. In totale i ricoverati con Covid - spiega Fiaso - costituiscono il 39% degli ospedalizzati.

Intanto se l'andamento nazionale si mostra in miglioramento, la Sardegna resta osservata speciale: i casi sono in aumento probabilmente a causa della diffusione di Omicron in ritardo rispetto al resto del Paese. Lo segnala il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo «M.Picone», del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che osserva come «i dati di questa settimana saranno utili a stabilire se si tratta di una crescita esponenziale e, in caso affermativo, con che tempi di raddoppio degli incrementi». Infine, in un report l'Istituto superiore di Sanità rileva che a gennaio anche nelle Rsa c'è stata un'impennata di contagi ma l'impatto è stato basso grazie alla copertura vaccinale che a metà dicembre, in 843 strutture, ha raggiunto l'80% di terze dosi.

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