Caso Equalize, chiusa l'inchiesta su Pazzali e altri 14

MILANO, 30 LUG - La Dda di Milano e la Dna hanno chiuso il primo filone della maxi inchiesta sulle presunte cyber-spie di Equalize e su dossieraggi con accessi abusivi in banche dati. L'atto di conclusione indagini dei pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro, che prelude alla richiesta di processo e con 202 capi di imputazione, è a carico di 15 persone, tra cui Enrico Pazzali, ormai ex presidente di Fondazione Fiera Milano ed ex titolare dell'agenzia investigativa, di esperti informatici come Nunzio Samuele Calamucci e dell'imprenditore Lorenzo Sbraccia. L'ex superpoliziotto Carmine Gallo, tra gli arrestati il 25 ottobre, è morto a marzo. Con un atto di 204 pagine e oltre 200 capi di imputazione, firmato dal pm De Tommasi della Procura diretta da Marcello Viola e dai colleghi della Dna Antonello Ardituro e Barbara Sargenti, nelle indagini del Ros dei carabinieri, gli inquirenti hanno chiuso la prima tranche, ossia quella che, a fine ottobre, aveva portato a quattro arresti, tra cui quelli di Gallo e Calamucci (che con i loro verbali poi hanno anche collaborato alle indagini), e a due misure interdittive. Respinte dal gip Fabrizio Filice, invece, le altre richieste di misure cautelari, tanto che i pm hanno fatto ricorso al Riesame per chiedere il carcere o i domiciliari, come aggravamento o meno, per 11 posizioni di indagati, tra cui Pazzali. Per lui chiesti i domiciliari, ma si attendono ancora tutte le decisioni del Riesame, dopo oltre quattro mesi dalle udienze. Tra le accuse contestate, a vario titolo, l'associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, intercettazioni abusive e rivelazione del segreto d'ufficio. Tra gli indagati figurano coloro che per le accuse, come hacker o esperti informatici o collaboratori, avrebbero fatto parte del gruppo allargato di Equalize di via Pattari, ossia Samuele Abbadessa, Calamucci, Massimiliano Camponovo, Luca Cavicchi, Mattia Coffetti, Giulio Cornelli e Gabriele Pegoraro. Al vertice, secondo i pm, ci sarebbe stato Enrico Pazzali. Chiuse le indagini anche nei confronti di Vincenzo De Marzio, ex carabiniere del Ros e presunto ex appartenente ai servizi segreti, di Lorenzo Di Iulio, Daniele Rovini, Daniele Sirtori e dell'imprenditore e immobiliarista romano Lorenzo Sbraccia, uno dei principali "clienti", per l'accusa, del gruppo. E anche nei confronti di Giuliano Schiano e Marco Malerba, il primo ex finanziere, il secondo ex poliziotto, coloro che materialmente avrebbero effettuato gli accessi abusivi nelle banche dati strategiche. Tanti i personaggi e vip 'spiati', come già emerso in questi mesi, da Paolo Scaroni ad Alex Britti, i cui episodi come tanti altri sono nelle imputazioni. E le ricerche, poi, venute a galla dagli atti su personalità note anche a lui legate, di cui Pazzali avrebbe parlato nelle intercettazioni, come quelle su Ignazio La Russa e i figli, ma non contenute in imputazioni.
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