Italia e Estero

Canale di Suez, quella striscia d'acqua d'impatto globale

La nazionalizzazione del canale, oggi alla ribalta per il blocco causato dalla porta-container Ever Given, risale al 1956
Una nave affondata durante la guerra per il canale di Suez - © www.giornaledibrescia.it
Una nave affondata durante la guerra per il canale di Suez - © www.giornaledibrescia.it
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Il Canale di Suez, fondamentale oggi come ieri. È il 1956, da undici anni è finita la Seconda Guerra Mondiale, e il modo è diviso nelle due zone di influenza Urss e Usa, con alcuni Stati che stanno creando il movimento dei Paesi non allineati (i cui più importanti membri saranno Jugoslavia, Egitto e India). La giovane repubblica egiziana, fondata da Nasser nel 1952 con il colpo di stato che aveva destituito re Faruq, deve affrontare un momento di grave difficoltà economica. L’unica attività che produca ingenti somme di denaro in Egitto è quella della «Compagnia del Canale di Suez» posseduta al 50% da Francia e Regno Unito.

Nasser, dunque, decide di nazionalizzare la Compagnia (e i suoi ingenti profitti). I due Stati proprietari chiedono immediatamente all’Onu di poter partire per riprendere militarmente il canale, ma l’Organizzazione lo nega. Una clausola dei trattati internazionali, in realtà, consentirebbe a Francia e Regno Unito di intervenire, ma solo per garantire il pacifico passaggio di merci e persone in una zona di guerra… e l’Egitto non è zona di guerra. Serve, dunque, il casus belli. Francia e Regno Unito si accordano segretamente con Israele («Protocollo di Sèvres») al quale chiedono di occupare la penisola del Sinai in cambio dell’appoggio, presso il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, alla richiesta israeliana di continuare gli esperimenti nucleari nel deserto del Negev.

Nell’ottobre del 1956 tutto accade secondo il copione del protocollo: Israele attacca l’Egitto provocando l’intervento di Francia e Regno Unito. L’Urss, che stava mirando a inglobare l’Egitto nella sua sfera di influenza, minaccia di entrare nel conflitto e il presidente Usa Eisenhower, spaventato all’idea di un terzo conflitto mondiale, chiede un ritiro immediato delle truppe. Contro il Regno Unito si schiererà convintamente, e per la prima volta, anche il Canada il cui ministro degli esteri Lester Pearson si guadagnerà, nel 1957, il premio Nobel per la pace in seguito alla proposta della creazione di una forza di intervento dell’Onu (conosciuta, poi, come i caschi blu).

Gli ingenti utili della Compagnia del Canale, tuttavia, non fanno desistere il Regno Unito, la cui risolutezza viene meno solo dopo una minaccia di natura altrettanto economica: Eisenhower fa sapere che intende chiedere alla banca centrale degli Usa di vendere tutte le sterline in deposito, il che provocherebbe un crollo della valuta britannica sui mercati internazionali. Francia e Regno Unito si ritirano, si sventa così il conflitto e il canale rimarrà per sempre egiziano. Laddove fallì la diplomazia internazionale, quindi, potè la minaccia di una banca centrale.

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