Italia e Estero

Amanda Knox: «Inchiesta contaminata dai media»

Sul palco del «Festival della Giustizia Penale» l'americana ripercorre le indagini sull'omicidio di Meredith Kercher
  • Amanda Knox al Festival della Giustizia Penale
    Amanda Knox al Festival della Giustizia Penale
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    Amanda Knox al Festival della Giustizia Penale
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    Amanda Knox al Festival della Giustizia Penale
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    Amanda Knox al Festival della Giustizia Penale
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    Amanda Knox al Festival della Giustizia Penale
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A causa dell'intervento dei media «l'inchiesta è stata contaminata. Era impossibile avere per me un processo giusto. L'opinione pubblica non deve rispondere a nessuno, non ci sono regole se non che il sensazionalismo vince: nella Corte dell'opinione pubblica non sei una persona umana, sei un oggetto da consumare». Così Amanda Knox sul palco del Festival della Giustizia Penale nel corso del suo intervento in un dibattito sul tema «Il processo penale mediatico»

L'americana, per otto anni in carcere per l'assassinio della sua coinquilina inglese (il primo novembre nel 2007 a Perugia), è commossa mentre ricorda: «Sul palcoscenico mondiale io ero una furba, psicopatica e drogata. Colpevole. È stata creata una storia falsa e infondata, che ha scatenato le fantasie della gente. Una storia che parlava alle paure della gente. Non potevo più godere del privilegio della privacy. La mia famiglia veniva descritta come un clan. Io prima del processo ero sommersa da una montagna di fantasie da tabloid». 

«Il primo novembre 2007, un ladro, Rudy Guede è entrato nel mio appartamento, ha violentato e ha ucciso Meredith. Ha lasciato tracce di dna e impronte. È fuggito dal Paese, processato e condannato. Nonostante ciò un numero importante di persone non ha sentito il suo nome, questo perché pm, polizia e giornalisti si sono concentrati su di me. Giornalisti chiedevano di arrestare un colpevole. Hanno indagato me mentre Guede fuggiva. Non basandosi su prove o testimonianze».

E continua: «Pensavo di aiutare la Polizia ma sono stata interrogata per 50 ore in una lingua che non conoscevo bene. Dicevano che mentivo». Così Amanda Knox ricostruisce la sua esperienza del delitto di Meredith Kercher. Sono le sue prime parole dal suo ritorno in Italia dopo l'assoluzione. Più volte si interrompe commossa, sorseggia acqua. 

In Italia «ho incontrato la tragedia e la sofferenza» ma «nonostante ciò o forse per questo l'Italia è diventata parte di me. Tanta gente pensa che io sia pazza a venire qui, mi è stato detto che non è sicuro, che sarò attaccata per le strade, che sarò falsamente accusata e rimandata in prigione».

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