Una planata nel vento (ma con gli occhi chiusi)
Non è tanto facile spiegare cosa si prova, lassù. E allora cominciamo con i dati tecnici, che un'idea la danno già. «Raptor - si legge nella ricca brochure consegnataci dall'ufficio stampa di Gardaland - ha una massa da 18mila chilogrammi a pieno carico, con 28 passeggeri a bordo (seduti su sedili laterali sospesi), una lunghezza di poco superiore ai 15 metri, una larghezza vicina ai 6 metri e mezzo, ben 84 ruote. Ha una capacità oraria di almeno 1.000 persone».
«Dalla stazione di partenza, il visitatore - si legge ancora sulla brochure - si trova subito a percorrere la salita che è di 30 metri: la prima discesa, che è lunga 33 metri effettivi con un'inclinazione di 65 gradi, offre uno spunto al treno tale da poter raggiungere la velocità massima di 90 chilometri all'ora».
Novanta all'ora, come quando guidate in tangenziale (senza traffico). Insomma: una bella scarica di adrenalina, lunga qualche minuto e ben 770 metri. A rendere l'esperienza ancor più intensa è il fatto che si viaggia seduti non sul classico trenino, ma su una serie di sedili laterali sospesi nel vuoto.
Quindi con le gambe a penzoloni.
Il tragitto su Raptor conta tre inversioni, vale a dire tre capovolgimenti a testa in giù. C'è poco da vantarsi di avere il sangue freddo: è una corsa da grandi emozioni, e non è per tutti. Inversioni, cambi di direzione, curve a 90 gradi, discese a rotta di collo: tutto questo mentre davanti ti si spalanca un panorama da togliere il fiato, con il Garda, il Baldo e le colline moreniche che sembrano farti «ciao» con la manina. Sempre che tu riesca a tenerli aperti, gli occhi.
Facile? Provateci, poi ne riparliamo.
Carlos Passerini
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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