Bassa

Profughi in caserma, Montichiari contro l'accoglienza

L'ex caserma Serini,a Montichiari, potrebbe ospitare fino a 200 persone. Ma il sindaco Fraccaro si mette di traverso.
Montichiari dice no al centro per l'accoglienza
AA

«Quel centro per l’accoglienza non s’ha da fare»: a dirlo è Mario Fraccaro il neosindaco di Montichiari. Il luogo del contendere è l’ex caserma Serini, inserita tra le potenziali strutture destinate ai profughi in arrivo dal Nordafrica. Secondo i piani del ministero dell’Interno, potrebbe ospitare fino a duecento persone.

Per il primo cittadino l’edificio è però in condizioni inadatte a ospitare i migranti: da tempo abbandonata, sarebbe «sprovvista di impianti idraulico ed elettrico funzionante». Non solo, a Montichiari, su 25mila abitanti, più di 5 mila sono stranieri: «Un paese - sostiene - dove negli ultimi 15 anni non si è fatto niente per l’inclusione e  l’interculturalità». Per Fraccaro, l’area in questione, la Fascia d’Oro, sarebbe inoltre già gravata da problemi di viabilità.

L’accoglienza dei profughi, infine, «pregiudicherebbe un possibile sviluppo della zona dove convergono il polo fieristico, l’alta velocità, un possibile prolungamento della metropolitana». Non solo l’ex caserma sorge nel sedime aeroportuale e, per il primo cittadino, nessuno avrebbe informato l’Enac.

Il primo cittadino di Montichiari si inserisce così nel folto gruppo di sindaci contrari ai piani di accoglienza sul territorio italiano dei migranti. Finora, è stata una battaglia portata avanti dalla Lega Nord, il partito a cui Fraccaro ha scippato Montichiari vincendo le ultime elezioni contro Elena Zanola.

Quel che è certo è che gli sbarchi continuano, sono circa 100mila le persone che hanno meso piede sulle nostre coste dall’inizio dell’anno, e che gli eventuali centri per ospitare chi arriva vanno scelti e gestiti con cura. Per evitare casi paradossali come quello di Montecampione, nel 2011, con oltre cento migranti costretti per quattro mesi a 1.800 metri d’altezza in un hotel spettrale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Argomenti