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Omicidio a Roncadelle, tre fendenti dritti al cuore

Tre coltellate al petto, altre tre al buttafuori intervenuto: dietro la rissa in cui è maturato un delitto, una canzone e vecchie ruggini
Vecchie ruggini dietro l'omicidio
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Vecchie ruggini che sono esplose, innescate dall’alcol e da una discussione banale dopo la mancia ad un cantante. E il timore che questo scateni una faida tra famiglie rivali che potrebbe lasciarsi dietro una lunga scia di sangue.

C’è tutto questo sullo sfondo dell’omicidio consumato nella notte al Copacabana Manele di Roncadelle all’interno del Centro commerciale 2000. Al culmine di una rissa tra due gruppi rivali, esplosa dopo che qualcuno aveva allungato una banconota al cantante che si stava esibendo per chiedergli una canzone e qualcun altro, in risposta, aveva ribadito che solo loro possono decidere cosa si suona nel locale. Ed è stato il finimondo.

Roberto Ljatifi, rom di origine serba, 30 anni e padre di 5 figli, è rimasto a terra in una pozza di sangue sul pavimento della discoteca. A colpirlo almeno tre fendenti al petto sferrati con un coltello a serramanico che il suo aggressore aveva già in tasca. 

Ferito in modo serio anche il buttafuori intervenuto per provare a sedare la rissa, raggiunto al braccio da una coltellata e che, pur colpito, ha provato ad inseguire nel parcheggio il presunto assassino. In Poliambulanza è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico e sarebbe fuori pericolo.

Ascoltando le testimonianze degli altri avventori del locale e dei familiari della vittima i Carabinieri della Compagnia di Brescia avrebbero identificato il gruppo di riferimento dell’aggressore: altri nomadi, pare di origine rumena. Entrambe le famiglie, in passato, avrebbero vissuto nel campo di via Orzinuovi e proprio lì sarebbero maturati i contrasti che la benzina sul fuoco di una discussione in discoteca ha fatto esplodere in un brutale omicidio.  

 

 

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