Vivere al «Tropico del Mella»

C’è il Tropico del Cancro, il Tropico del Capricorno e ora anche il Tropico del Mella. Non ci si illuda: dalla prossima estate nelle valli bresciane non spunteranno baite in legno, ombrelloni di paglia e noci di cocco usati come bicchieri. Piuttosto ci si interrogherà più spesso sulla tenuta dei terreni che sorreggono le case, l’ombrello verrà più usato di uno smartphone e nuove malattie tipicamente tropicali busseranno alla porta (vedi la febbre Dengue).
A far strabuzzare gli occhi ai più è stato il mese che ci siamo appena lasciati alle spalle: l’ultimo febbraio è stato infatti il più piovoso dal 2014 e il più caldo dal 1954. La traduzione è semplice: clima tropicale. In inverno. A Brescia.
A qualcuno la pioggia prolungata farà piacere (per i miglioramenti arrecati alla qualità dell’aria), altri si dispereranno (per i rischi legati al dissesto idrogeologico). Ma grande è la confusione sotto al cielo. Dall’estrema siccità ai bacini idrici stracolmi, dall’inverno senza neve ai metri di coltre bianca in giorni di primavera. Andata e ritorno in dieci mesi. Gli esperti sono sicuri: è l’effetto dei cambiamenti climatici e possiamo solo abituarci a cambi sempre più frequenti e intensi del meteo. Che poi le Seychelles somigliano un po’ a Castel Mella. Non diventerà ambita meta turistica, ma i problemi saranno gli stessi.
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