Quando Bambi aiuta ad espiare
La prima proiezione é stata all'antivigilia di Natale. Il film è un superclassico Disney, quel Bambi che dal 1942 commuove grandi e piccini e che in questo periodo di festa compare spesso nei palinsesti televisivi o entra nei lettori dvd di molte case.
Ma la proiezione di oggi nella contea di Lawrence, in Missouri, è davvero speciale. Perché, a dispetto del titolo «vecchiotto», è una prima. Non si tratta di un restyling della pellicola o di un sequel: no, il film è proprio quello. La particolarità risiede nel luogo in cui sarà proiettato, un carcere americano, e nel fatto che la decisione di proporlo (meglio: imporlo) sia di un giudice, Robert George.
A guardarlo (a doverlo guardare) sarà David Berry junior, che a dispetto del diminutivo è cresciutello e... cresciutello non troppo bene, almeno dal punto di vista dell’attenzione dovuta al rispetto delle leggi. Infatti poco più di due anni fa l’uomo, insieme al padre, ai fratelli e ad un amico, era stato arrestato per bracconaggio: il gruppo di cacciatori aveva abbattuto in alcuni mesi numerosi cervi (si ritiene centinaia) col solo scopo di venderne teste e corna come trofei. Ora il giudice George l’ha condannato, oltre che ad una multa, a un anno di carcere durante il quale, una volta al mese, dovrà assistere al film che racconta la storia del piccolo cervo Bambi, passato anche dal terribile trauma della morte della madre per mano dei cacciatori.
Una punizione esemplare, magari esportabile: se in carcere il cinema non è solo evasione (e ci mancherebbe), oltre e prima delle sbarre può essere efficace e delicato strumento di prevenzione.
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