I limiti del kit anti maranza

La notizia è presto detta: un «kit anti maranza», composto da: «Cartina della città suddivisa in zone di pericolo, dal verde al rosso; spray al peperoncino; fischietto; portafoglio rigorosamente vuoto da consegnare durante le rapine, una bomboletta di ghiaccio spray per far passare il dolore delle botte prese».
Una trovata della Lega Giovani di Brescia per mettere alla berlina la sindaca Castelletti («che in piazza Loggia si gode la sua fortezza») e chiederle un maggior utilizzo della Polizia locale, armi elettriche immobilizzanti comprese, più un nuovo assessore alla sicurezza per contrastare le «baby gang».
Ora, nella dialettica tra partiti ci sta tutto, così come (quasi) tutto si perdona a chi è giovane. Da adulti però confessiamo di far fatica a conciliare la presa in giro con la serietà del problema, con il reale senso di insicurezza, specie per coloro che lo vivono – gli anziani, i minori, i più fragili... – e per i quali non è affatto uno scherzo.
Di contro, nel «kit anti maranza» i Giovani della Lega hanno infilato di tutto, tranne la bussola per capire cosa vogliono fare loro, il politico oppure il comico. Che non sono lo stesso mestiere, anche se a volte, leggendo certe provocazioni, potrebbe sembrarlo.
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