Illeciti per 9 milioni: coinvolti anche due bresciani

Il gip ha disposto il provvedimento di sequestro preventivo nei confronti del gallerista Roberto Agnellini e Giorgio Corbelli
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Sono coinvolti anche due bresciani nell’indagine relativa al fallimento «Mondialfruit»: con il rinvio a giudizio di nove persone, il gip ha disposto il provvedimento di sequestro preventivo nei confronti di due galleristi, il mercante d’arte bresciano Roberto Agnellini, 61 anni, e Giorgio Corbelli, 58 anni, amministratore della casa d’arte Finarte e di Telemarket, residente a Rimini. I finanzieri hanno così sequestrato 8 immobili nelle province di Brescia e Rimini, una moto e tre quote di capitale per un valore complessivo di 1.075.000 euro. Il processo per il crack Mondialfruit si aprirà a maggio al Tribunale di Verona.

La guardia di Finanza di Verona ha così concluso la lunga indagine di polizia giudiziaria sul riciclaggio nell’ambito del fallimento «Mondialfruit», una Spa con sede a Montecchia di Crosara (Verona) che ha coinvolto 23 persone e portato al sequestro di un illecito patrimonio mobiliare e immobiliare per un totale di 9.870.000 euro. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Marco Zenatelli, era iniziata nel 2008 da una truffa su fatture per false operazioni che venivano scontate ottenendo 30 milioni di euro di anticipazioni dalle banche. Quindici persone sono state individuate, con responsabilità penali a vario titolo, nel sodalizio criminale che avrebbe avuto a capo Stefano Zambon, 44 anni, di Roncà (Verona), arrestato al rientro da un periodo di latitanza nella Repubblica Dominicana. I reati contestati dalla Procura vanno dall’associazione per delinquere al riciclaggio, dal favoreggiamento personale e reale al trasferimento fraudolento di valori. L’attività della guardia di finanza di Legnago ha permesso di scoprire che parte dei proventi della frode multimilionaria sono stati «ripuliti» attraverso l’acquisto di opere d’arte (da Lucio Fontana a Andy Warhol), i cui prezzi sono stati volutamente gonfiati. Opere d’arte che non sono state ancora recuperate dagli investigatori. L’inchiesta è culminata con il rinvio a giudizio di nove persone deciso dal gip Rita Caccamo, mentre per altre cinque è stata dichiarata l’incompetenza territoriale. 

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