Un’inclusione sociale costruita passo dopo passo

Un percorso di inclusione costruito passo dopo passo, mettendo insieme lingua, formazione, relazioni e lavoro. È il progetto avviato nel comune di Gambara con i richiedenti asilo ospitati nella struttura di Corvione, nato per favorire l’inserimento sociale e professionale dei beneficiari attraverso azioni mirate, pensate per connettere persone e territorio, valorizzando competenze e risorse locali.
L’iniziativa si muove dentro un’idea di accoglienza non assistenziale, ma fondata sull’autonomia, sull’attivazione personale e sulla costruzione di legami di comunità duraturi.
I dati
Si parte da un dato: 51 uomini, provenienti da dodici Paesi – Bangladesh, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Guinea, Libia, Mali, Nigeria, Pakistan, Senegal e Tunisia – con un’età media di 28 anni e una permanenza in Italia di circa 18 mesi. Gran parte di loro ha avuto esperienze lavorative nei Paesi d’origine, molti hanno già lavorato anche in Italia, spesso in modo frammentario, precario, invisibile e senza tutele.
Il primo passo del progetto è stato un censimento: cinque incontri da tre ore ciascuno, con test di lingua e colloqui individuali, per capire competenze, aspettative e bisogni di ciascun partecipante. Poi sono partiti i corsi di italiano, suddivisi per livello, ospitati tra municipio e casa parrocchiale. Tre gruppi, trenta ore ciascuno, con un obiettivo semplice ma cruciale: acquisire gli strumenti base per comunicare nella quotidianità, comprendere il contesto, relazionarsi con colleghi, formatori e datori di lavoro, orientarsi nel territorio.
Con le imprese locali
Ma il cuore del progetto è stato il coinvolgimento delle imprese locali. Non solo per trovare sbocchi occupazionali, ma per costruire percorsi formativi mirati e condivisi. Le aziende sono state invitate a partecipare fin dall’inizio, non come semplici destinatarie ma come partner attivi: hanno condiviso i fabbisogni, indicato le figure professionali richieste, messo a disposizione formatori interni e spazi per la formazione pratica.
Il dialogo con il tessuto produttivo è stato uno degli elementi chiave per rendere l’intervento concreto, efficace e sostenibile. Ne è nata una proposta di formazione professionalizzante breve, costruita su misura: lezioni in aula, parte tecnica svolta da operatori aziendali, focus su competenze reali e immediatamente spendibili nel mercato del lavoro locale.
Il passaggio successivo – previsto dal 15 giugno – sarà l’inserimento in azienda con un tutor dedicato, che seguirà sia il lavoratore sia l’impresa, offrendo supporto continuo nella fase più delicata di inserimento e affiancamento. Il progetto di Gambara è parte integrante del percorso dell’Hub della Conoscenza: una declinazione concreta della sostenibilità sociale tracciata dal Patto, che guarda alla coesione e allo sviluppo del territorio.
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