Desideri e priorità: i giovani immaginano il proprio futuro

Il sondaggio dell’Hub della Conoscenza e del GdB su benessere, lavoro e anni a venire
Alcune parole chiave del sondaggio
Alcune parole chiave del sondaggio
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Il futuro, come se lo immaginano davvero i giovani. Questo il cuore dell’indagine promossa dall’Hub della Conoscenza e dal Giornale di Brescia durante le giornate del Futura Expo. Il titolo del sondaggio – «Il futuro come te lo immagini» – ha raccolto più di 1.700 contributi, in gran parte da under 35. Un esercizio collettivo di ascolto e rappresentazione, nato non per fotografare un’opinione, ma per cogliere priorità, tensioni e desideri.

Lavoro e relazioni

A emergere è stata una visione ampia di benessere: non solo reddito o stabilità, ma qualità della vita, relazioni autentiche, equilibrio tra tempo e scelte. Il lavoro resta centrale, ma va ripensato. I giovani chiedono opportunità che non si esauriscano in un contratto: vogliono crescita, fiducia, impatto. L’impresa, in questa prospettiva, non è solo datore di lavoro, ma attore sociale. Molti hanno sottolineato il bisogno di strumenti concreti per partecipare ai processi decisionali, non solo per essere consultati ma per contribuire in modo attivo alla costruzione di politiche e progetti. La conoscenza, poi, non si riduce alla scuola. Serve uno spazio dove apprendere anche fuori dalle aule, dove le idee diventino progetti e il dialogo tra generazioni generi valore. Non un semplice passaggio di testimone, ma uno scambio vivo, continuo.

I nodi emersi

Tra i nodi emersi, il rapporto con il territorio. Spesso vissuto in modo affettivo ma astratto, disconnesso dalla quotidianità. I giovani chiedono narrazioni nuove, capaci di renderlo concreto, prossimo, condivisibile. Inclusione e pluralità sono percepite come condizioni necessarie per vivere bene. La diversità non è ostacolo, ma risorsa.

In molti raccontano il bisogno di sentirsi ascoltati non per cortesia, ma per costruire insieme. Nonostante il senso diffuso di sottovalutazione, i partecipanti al sondaggio non si sono mostrati disillusi. Al contrario, hanno espresso un approccio pragmatico, desideroso di partecipare alle scelte, non come spettatori ma come protagonisti. Nel cuore della fiera, tra stand e laboratori, hanno fatto sentire una voce chiara: il futuro non è qualcosa che si aspetta, ma qualcosa che si vuole abitare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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