GdB & Futura

Unibs Motorsport, la favola bella che prepara... alla Ferrari

L’idea del prof. Gadola: 75 studenti che lavorano su prototipi di auto e moto. E c’è chi poi sfonda...
Professori e i ragazzi del team Motorsport - Foto Neg © www.giornaledibrescia.it
Professori e i ragazzi del team Motorsport - Foto Neg © www.giornaledibrescia.it
AA

Si comincia da un foglio bianco. Ma in breve ci si trova a viaggiare veloci, anzi, con un'accelerazione da 0 a 100 in tre secondi. Arrivando dritti in aziende come Lamborghini, Dallara, Toro Rosso e la rossa per eccellenza, la Ferrari. È la storia di alcuni ex studenti, ora giovani ingegneri, che si sono formati nella scuderia dell'Unibs Motorsport, nata nel 2014 all'interno dell'Università degli Studi di Brescia. Da allora il team - coordinato dal prof. Marco Gadola, dal ricercatore Daniel Chindamo e da Emanuele Bonera, PhD - si lancia a bordo dei suoi bolidi e delle sue moto nelle competizioni nazionali e internazionali della Formula Sae (Society of Automotive Engineers) e della Motostudent. E contemporaneamente lancia anche i suoi studenti nel mondo del lavoro.

Laboratorio-clubhouse. Il ponte si crea già dentro al laboratorio di Ingegneria meccanica, ormai una clubhouse a tutti gli effetti per i 75 ragazzi che oggi lavorano sul nuovo modello di macchina dopo Brixia 3 Evo e all'evoluzione di Brx 251, la moto da corsa presentata quest'estate. «Quando abbiamo dato vita all'Unibs Motorsport volevamo superare quel gap che i laureati si trovano ad affrontare entrando in un'azienda - racconta Chindamo -. Spesso sono poco preparati nella pratica. Con questa design competition si impara a progettare, costruire e portare in gara il proprio prototipo». Con tutto quello che comporta: rispetto dei tempi e del rigido regolamento di gara, risoluzione dei problemi in corso d'opera, valutazione dei costi. Insomma: tutto il necessario per un progetto che deve raggiungere un risultato. E che sia positivo.

Sergio Bettinsoli: da UniBs Motorsport alla Ferrari - © www.giornaledibrescia.it
Sergio Bettinsoli: da UniBs Motorsport alla Ferrari - © www.giornaledibrescia.it

Fra Lamborghini e Ferrari. «Partecipare alla Formula Sae è un impegno tosto. Ma il ritorno è impagabile: impari quel know how che ha un ingegnere vero. E che non apprendi da un libro». A dirlo è Sergio Bettinsoli, laureatosi lo scorso marzo con una tesi sulla Lamborghini e ora test engineer per la Ferrari. Da sempre appassionato di motori, durante l'università Sergio ha fatto parte della division aerodinamica di Brixia 3, che ha lavorato al primo prototipo di ali in carbonio composito. «È stato un primo contatto con la realtà produttiva - spiega -: Tu ti occupi di disegnare un componente che 9 volte su 10 dovrai poi anche realizzare. Ed è una bella palestra a livello formativo, ma anche caratteriale, perché ti devi confrontare con persone che hanno idee diverse dalla tua». Sono le famose soft skills di cui tanto si parla e che giocano, oltre alle competenze tecniche, un ruolo decisivo in un colloquio.

Sergio va a Maranello. Tanto è vero che dall'Unibs Motorsport alla Ferrari il passo è stato più breve del previsto: nel giro di un mese dopo la laurea, Sergio era già all'opera nel reparto sperimentazione di Maranello. Test, analisi dei dati, sviluppo di prototipi futuri: ma com'è lavorare per una delle aziende automobilistiche più celebri al mondo? «Chi non sogna di lavorare in Ferrari? Dà tanto e chiede tanto. I progetti sono complessi, i tempi serrati e per rispettarli una giornata di dieci ore spesso non basta. Però impari a seguire la realizzazione di un veicolo a 360 gradi e a conoscere le tecnologie che saranno lo standard di domani». A chiedergli cosa lo ha stupito di più nel primo impatto con l'azienda, Sergio non ha dubbi: «La prima volta che entri nelle linee di montaggio rimani a bocca aperta. Impianti perfetti, che lavorano di continuo e sfornano un numero elevato di vetture complete. Tu vedi il telaio nudo e alla fine del giro ottieni una Ferrari pronta per la pista». Esiste allora qualche bella possibilità per i giovani italiani: basta mettersi al volante, e ingranare la marcia giusta.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia