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Techne, quando misurare le cose diventa strategia per il prodotto

Nell’anno più duro il record di investimenti. Davide Peli: «Detassare le imprese dei più giovani»
Davide Peli, presidente nazionale Giovani Confartigianato
Davide Peli, presidente nazionale Giovani Confartigianato
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È una storia che va avanti, anzi: che cresce. In mezzo ai disastri e ai dolori del 2020, c’è anche qualche storia di chi ha retto, di chi è riuscito a tenere la barra dritta. Sarà anche un po di fortuna, sarà che cè stata anche molta prudenza e intelligenza, fatto sta che la Techne si lascia alle spalle un anno con 4 milioni di fatturato (come l’anno prima), 4 collaboratori in più del 2019, buoni margini reddituali, ha tenuto la controllata Usa (600 mila $), ma - e soprattutto - mette agli archivi un anno record per gli investimenti.

Davide Peli, fondatore dell’azienda cittadina di via della Musia (tarature, misure 3D e prove su prodotto) ha di che essere soddisfatto. Non fosse per il clima ancora cupo che aleggia attorno a tutti noi, si potrebbe persino stappare una bottiglia. Anche il 2021, con tutte le incognite possibili, non si presenta male. «Chi ha un prodotto finito oppure lavora come primo impianto per l’automotive - dice Peli - non sta andando male. Un po’ tutti i settori dove operiamo stanno lavorando: il militare, la siderurgia, il farmaceutico, la meccanica in senso ampio con l’eccezione, come detto, di chi lavora conto terzi». Ma il 2020 è stato un anno importante per Peli anche per un’altra ragione: è stato eletto nelle settimane scorse presidente nazionale dei Giovani di Confartigianato, organizzazione di cui è diventato vicepresidente vicario Eugenio Massetti. Diciamo che Brescia conta.

Si diceva del record per gli investimenti. In particolare in che direzione? «Nel complesso abbiamo investito nell’anno circa 700 mila euro. Il pezzo forte sono stati i quasi 400 mila euro per l’acquisto di una macchina Zeiss per la tomografia industriale, il prezzo era conveniente e quindi abbiamo deciso di fare questo passo che ci consente di semplificare i processi e di offrire ai clienti un servizio più efficiente. Diciamo anche che i 700 mila non sono un budget usuale per noi, ma avevamo riserve finanziarie e quindi non siamo andati in affanno. Per quest’anno ci tareremo su livelli per noi più abituale, ovvero 300 mila euro destinati, fra gli altri, a raddoppiare la capacità dei nostri termostatici e forni del nostro Centro Accredia, nuovi strumenti per l’estensione dell’Accreditamento nell’ambito dell’umidità, un nuovo banco lineare per la taratura di calibri fino a 3 metri. Insomma: non smetteremo di investire».

Cambiamo parzialmente tema. Lei è il nuovo presidente nazionale dei Giovani di Confartigianato. Quali sono le attese verso il nuovo Governo? «Confidiamo in un PNRR che rispecchi le linee guida del Recovery Plan Europeo che pone molta attenzione sulla formazione. Una Formazione con la F maiuscola che possa colmare il mismatch fra il mondo del lavoro che in questi anni, grazie anche alla notevole spinta del digitale, ha fatto enormi passi avanti ed un mondo scolastico che, purtroppo, non ha avuto gli strumenti necessari per restare al passo con i tempi. Speriamo inoltre che questo governo dia il supporto massimo al sistema produttivo, aiutando quanto più possibile il vero futuro del nostro Paese: i giovani».

Ma c’è una proposta in particolare che Confartigianato Giovani ha pronta da mettere sul tavolo per i giovani? «Se un giovane apre un’azienda agricola ha una detassazione importante. Mi chiedo perché la stessa cosa non debba averla un giovane artigiano. Sui giovani dobbiamo lavorare molto».

Il CLab: magnifica idea. La Techne in particolare è stata vicina alla prima edizione del Contamination Lab promosso dall’università. Che impressioni ha tratto della prima edizione? «Impressioni magnifiche. Vedere giovani con diverse formazioni universitarie che affrontavano vari progetti è stato molto bello ed utile. Noi abbiamo deciso di continuare a sostenere uno dei team partecipanti e quindi li assisteremo anche nella fase realizzativa del progetto. È tempo di investire di più sull’idea (spesso sbagliata) che i giovani hanno dell’artigianato, dobbiamo abbattere lo scoglio culturale del brutto-sporco-cattivo che si associava all’immagine dell’artigiano».

 

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