Svezia, sfida straordinaria: idrogeno verde per produrre acciaio

Ecco qui come si disegna il futuro, come si possono trasformare quelle che Paolo Bricco sul Sole chiama «suggestioni filosofico-ambientali» in «un progetto industriale vero». È una cosa che ha a che fare con la quasi fantascienza, ma c’è gente che ci prova. In Svezia, questa la notizia dei giorni scorsi, è nata una società - la H2 Green Steel - che intende realizzare ex novo un’acciaieria per produrre acciaio con l’idrogeno verde, ovvero quello che viene a sua volta prodotto con energia verde e quindi con idroelettrico ed eolico. Una acciaieria a zero emissioni. E ditemi voi se la cosa non ha dell’incredibile.
L’acciaieria sta nascendo in Svezia, come detto, e fra i soci ci sono gli italiani gruppo Marcegaglia e gli Agnelli di Exor insieme a Mercedes Benz, la Ikea Foundation, e la famiglia svedese forse più potente quale è quella dei Wallenberg oltre ad altri investitori. L’investimento complessivo nella fase di avvio è indicato in 2,5 miliardi; avvio della nuova acciaieria nel 2024 con una produzione di 2,5 milioni di tonnellate di acciaio green con l’obiettivo di toccare i 5 milioni nel 2030.
Gli impianti di H2GS sorgeranno nella regione di Boden-Lulea, area che già ospita alcune realtà leader e centri di ricerca nell’ambito della metallurgia e delle miniere. La regione è considerata eccellente per ospitare l’iniziativa fossil-free grazie alle abbondanti fonti di energie rinnovabili, alta qualità del minerale di ferro e un agevole accesso alla logistica portuale. Obiettivo dei promotori è creare un vero e proprio distretto sulle tecnologie a zero emissioni creando con la nuova acciaieria 1.500 posti di lavoro. Fra i promotori una citazione per il gruppo siderurgico svedese Ssab che nel bresciano ha una sua piccola unità di distribuzione e lavorazione di acciai speciali.
Come accennato, fra i soci figura Mercedes che vuole così lanciare «un segnale importante per accelerare il cambiamento nell'industria siderurgica» e che ha un obiettivo a breve: «Lanceremo l'acciaio verde per vari modelli già nel 2025». Da parte sua, il gruppo mantovano Marcegaglia (trasformazione dell'acciaio, 5,5 miliardi di euro) «comparteciperà all'iniziativa - spiega - non solo come partner finanziario, ma anche in qualità di partner industriale strategico sia in ambito produttivo sia in ambito commerciale». «Abbiamo riscontrato un enorme interesse da industria, futuri clienti e investitori a lungo termine, per la nostra missione di ridurre a zero le emissioni di CO2 nella siderurgia», commenta il ceo H2 Green Steel, Henrik Henriksson: «Gli investitori di tutta Europa hanno compreso che la crisi climatica è la più grande sfida del nostro tempo e che è necessaria una trasformazione del settore».
Come accennato, ampio il bouquet di investitori: dinastie come la famiglia di industriali, banchieri e politici svedesi Wallemberg e come Ane & Robert Maersk Uggla (svedesi, eredi dell'impero di armatori danese Maersk), gli Agnelli e Marcegaglia. C'è Mercedes-Benz ma anche il colosso dei veicoli industriali Scania; e c'è il fondatore di Spotify Daniel Ek.
In Svezia, dunque, partono con l’acciaio verde. So bene che un’acciaieria non si improvvisa, a maggior ragione se, come Taranto, è la più grande d’Europa. Ma la Svezia dice che qualcosa si può fare se c’è un progetto solido. I soldi si trovano. Certo, dopo quanto accaduto in queste ultime ore, l’idea che Taranto sia maledetta un po’ si fa strada. Speriamo...
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato