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Socar: la prima innovazione è non stare soli

L’azienda bresciana e la partnership con i tedeschi della Kion Mulas: «L’economia cresce»
  • In via Deretti.  Socar ha sede nella zona industriale a sud dell’Eib
    La Socar, azienda nata nel 1984
  • I numeri di Socar. L’azienda ha 90 addetti e fattura 21 milioni
    La Socar, azienda nata nel 1984
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Essere 4.0 significa anche e soprattutto non agire da soli. Nel grande calderone del mercato mondiale, dove la piccola azienda italiana si trova a dover competere con colossi di tutto il mondo, la forza del gruppo è il primo fattore di successo. L'esperienza della Socar spa di Brescia, dal 1984 attiva nella vendita di prodotti e servizi per la movimentazione interna, è paradigmatica.

«L'80% del nostro mercato è gestito sul piano globale da quattro player - sottolinea il presidente dell'azienda con sede in via Deretti, Vittorio Mulas -. È impensabile per una Pmi muoversi in questo contesto senza avere alle spalle la forza di un grande attore». Tale identikit per la Socar risponde al nome di Kion, multinazionale da 5,5 miliardi di fatturato. Nel 2010 il colosso tedesco ha acquisto la Om Pimespo (la ex Officine Meccaniche bresciana) cominciando a proporre prodotti (carrelli elevatori, muletti) con il marchio Om Still.

«Siamo diventati il punto di riferimento lombardo per la vendita di queste macchine - racconta Mulas, alla guida di una società da 21 milioni di ricavi nel 2017 e circa 90 dipendenti -. Il cambio di passo, però, lo abbiamo avvertito quando l'anno scorso Kion ha rilevato l’azienda Usa Dematic».

Leader nel campo dell'automazione, la Dematic ha messo a disposizione di tutte le realtà del gruppo tedesco un bagaglio di competenze digitali prima inimmaginabile. «Ciò ci permette di offrire soluzione di logistica automatizzata - spiega il presidente della Socar, presente anche a Cremona con una sede -. Come era preventivabile, i primi a richiedere questo tipo di intervento sono state le grandi industrie ma, dall'aria che si respira, c'è molto fermento. Negli ultimi mesi si sono infatti rivolte a noi diverse realtà».

I progetti che sviluppa l'azienda bresciana (che oltre a vendere e noleggiare macchinari garantisce servizi di assistenza tecnica) si rivolgono principalmente alla gestione dei magazzini. «Il nostro obiettivo è eliminare inefficienze e sprechi attraverso la tecnologia - evidenzia Mulas -, liberando gli operatori dai lavori ripetitivi». Tutto questo però non sarebbe possibile se la Socar non disponesse del know how del gruppo Kion.

«Noi non siamo sviluppatori di automazione né tanto meno di software - conferma il presidente -. Uno degli aspetti positivi della globalizzazione è che anche una Pmi può avere accesso alle migliori soluzioni disponibili sul mercato». La forza della filiera ha quindi reso la Socar un veicolo di innovazione digitale, un canale attraverso il quale le migliori tecnologie 4.0 di tutto il mondo possono raggiungere le aziende lombarde. «Grazie al Piano Calenda tante aziende si stanno muovendo - afferma Mulas -. I segnali sono molto incoraggianti, perché è sempre più chiaro a tutti che l'innovazione è il primo e forse unico modo per competere e crescere».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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