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Rita Levi Montalcini, nel nome si legge «Vincer in lotta i mali»

Un singolare anagramma racconta la vita del Nobel nel podcast «Caffè Strategico» del Ceo di Becom Alfredo Rabaiotti
Rabaiotti con la segretaria della Montalcini, Giuseppina Tripodi - Foto © www.giornaledibrescia.it
Rabaiotti con la segretaria della Montalcini, Giuseppina Tripodi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Vincerai in molti lati» oppure «Vincer in lotta i mali». Queste due frasi quasi profetiche sono l’anagramma del nome Rita Levi Montalcini, la scienziata premio Nobel scomparsa nel 2012, e non sono frutto del caso. A coniarle è infatti stata Giuseppina Tripodi, per oltre 40 anni segretaria personale della professoressa e suo braccio destro sia in campo scientifico sia in tutti gli altri ambiti in cui Montalcini era profondamente impegnata.

«Con lei non c’era un attimo di sosta, le piaceva lavorare e andava avanti per la sua strada, senza dimenticare il fatto che era curiosa all’infinito - racconta Tripodi, ospite del podcast Caffè Strategico ideato e condotto da Alfredo Rabaiotti, ceo di Becom ma in queste vesti appassionato di storie e di persone -. Amava infatti profondamente il suo lavoro di scienziata ma, come ricordava spesso, una persona non deve limitarsi a coltivare unicamente la sua professione. Secondo lei per essere completi è necessario svolgere anche altre attività, siano esse nel campo sociale, dell’arte, della natura, dello sport».

Rita Levi Montalcini davanti a un microscopio nel 1963 - Foto © www.giornaledibrescia.it
Rita Levi Montalcini davanti a un microscopio nel 1963 - Foto © www.giornaledibrescia.it

I «molti lati» dell’anagramma si rispecchiano nelle parole di Tripodi, che in passato ha ricevuto per la biologia il premio Camillo Golgi assegnato dall’omonima fondazione bresciana. «Tanti erano i suoi impegni - conferma Tripodi -, e attraverso la sua fondazione, scioltasi con la sua morte, ha permesso a tantissime donne africane, circa 15mila delle quali molte giovani, di riconquistarsi il diritto allo studio». Ecco qui entrare in gioco altri due aspetti della personalità di Montalcini, la grande importanza data all’istruzione e l’ammirazione per il mondo dei ragazzi.

«La formazione dei giovani significava moltissimo per lei, non solo nell’ottica di trasmettere conoscenza ma anche di impostarne le varie personalità con interezza e maturità - racconta la sua ex braccio destro -. In ogni caso le piaceva tantissimo stare a contatto con le nuove generazioni e ricordava spesso come gli anziani lavorino per un futuro che non appartiene loro». Quello che la Tripodi restituisce è perciò un quadro sfaccettato e poliedrico di una delle più grandi figure della storia italiana recente. «Di lei ho impresse a fuoco alcune parole - conclude Rabaiotti, che in passato ha collaborato direttamente con Montalcini, Tripodi e la fondazione -. Per lei la definizione di responsabilità era l’abilità nel riuscire a dare risposte», una missione perseguita per tutta la vita.

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