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«Planet wars», il videogame bresciano tra blockchain e finanza

Criptovalute e Nft la base del gioco creato da Scaling Parrots, pronto anche a sbarcare nella realtà virtuale
L'interfaccia del videogame Planet Wars in grafica digitale - © www.giornaledibrescia.it
L'interfaccia del videogame Planet Wars in grafica digitale - © www.giornaledibrescia.it
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Gaming e blockchain, un settore economico e una tecnologia che in comune cominciano ad avere davvero tanto. Entrambi sono in crescita esponenziale, vedasi le recenti acquisizioni miliardarie effettuate da Microsoft e Sony in ambito videogame o le varie applicazioni in ambito industriale del registro digitale, e entrambi si conciliano bene l’uno con l’altro.

Il «matrimonio» tra gaming e blockchain è infatti una tendenza che a livello globale sta prendendo piede e Brescia non ha perso l’occasione di cavalcare l’onda, cogliendo al volo la possibilità di creare valore in un segmento economico ancora poco esplorato e perciò aperto a grandi innovazioni e trasformazioni.

La prima esperienza nella nostra provincia in tale ambito porta la firma della startup Scaling Parrots con sede a Rovato e uffici a Ospitaletto, «realtà nata con l’obiettivo di fornire consulenza alle aziende in ambito blockchain - spiega il ceo e co-fondatore Alessandro Ricci -, sviluppando al contempo progetti, sia per conto terzi che proprietari, utilizzando tale tecnologia».

All’interno di tale orizzonte è sorta l’idea di creare un videogame che poggia proprio sul registro digitale decentralizzato, criptato e diffuso, «un prodotto che "gamifica", cioè porta sul piano del gioco, la finanza, seguendo quel filone che a livello internazionale viene definito GameFi - spiega l’informatico e cto Gianluca Mazza -. La blockchain, e nello specifico quella del sistema Bsc (Binance Smart Chain ndr), funge da ossatura del game, rendendo unica ogni singola esperienza».

Il gioco si chiama Planet Wars e prevede che ogni utente sia proprietario di un pianeta, che deve sviluppare «farmando», cioè accumulando e creando, le risorse o attaccando altri player presenti sul server. «Ogni pianeta è venduto singolarmente sulla nostra piattaforma, con il pagamento che avviene tramite criptovaluta - evidenzia Ricci -. Ciascun elemento è unico, con determinate caratteristiche che vengono definite dall’algoritmo al momento della creazione. Questa unicità è certificata ancora una volta tramite blockchain».

Il team di Scaling Parrots - © www.giornaledibrescia.it
Il team di Scaling Parrots - © www.giornaledibrescia.it

Il proprio personalissimo corpo celeste è infatti un Nft, un non-fungible token immodificabile e non replicabile. E il loro numero è limitato. «Abbiamo stabilito che l’universo di Planet Wars fosse costituito da un numero definito di unità - sottolinea Mazza -, cioè 1123, numero che rappresenta le prime quattro cifre della sequenza di Fibonacci». Il gioco è stato lanciato a fine dicembre e al momento sono stati venduti circa 300 pianeti. Il prezzo iniziale era di 0,5 Bnb (la criptovaluta scelta come riferimento e che poggia proprio sul sistema Bsc, con il valore di acquisto che sale di 0,005 Bnb per ogni unità venduta (attualmente un Bnb vale circa 370 euro).

Ma come si diceva la blockchain è la base su cui poggia l’intero universo del gioco creato da Scaling Parrots, tant’è che tramite criptovalute sarà possibile acquistare tutte le «skin» (navi, tecnologie, edifici) che rendono unica l’esperienza dell’utente. Queste a loro volta possono essere rivendute su appositi market, sempre tramite l’utilizzo di cripto. Acquistabile è anche il Pwc Gold, la valuta del videogame necessaria per progredire nelle attività, potenziare il proprio pianeta ed essere sempre più competitivi.

La rivoluzione del gaming passa perciò attraverso la blockchain ma Scaling Parrots guarda già oltre. «Nel 2023 lanceremo l’app mobile - annunciano Ricci e Mazza -, e stiamo anche studiando l’utilizzo della realtà virtuale». Perchè il metaverso è dietro l’angolo.

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