Nei vigneti bresciani arrivano i droni per combattere gli infestanti

Sono oggetti volanti ormai familiari, sono utilizzati già da anni in agricoltura per raccolta dati, osservazioni e monitoraggi in campo, ma la nuova sfida è impiegare questi mezzi tecnici per la difesa fitosanitaria in vigna.
«I droni in agricoltura sono ampiamente adottati - spiega Simone Frusca tecnico di Coldiretti Brescia - per il monitoraggio colturale e per l’applicazione dei fertilizzanti e predatori, ma la legislazione attuale non prevede l’impiego nei trattamenti con prodotti fitosanitari perché, questi ultimi, sono associati ai mezzi aerei convenzionali».
Gli esempi
Nel Bresciano comunque ci sono già chiari esempi di utilizzo dei droni, ad esempio in viticoltura come nel caso delle aziende Bellavista e La Quadra. Addirittura nell’azienda Ferghettina - una delle realtà più importanti e dinamiche della Franciacorta - si sta svolgendo un progetto sperimentale sull’esca con il drone: il progetto Vineagest. Nell’ambito del progetto, viene testato l’utilizzo del drone per il monitoraggio del Mal dell’Esca in un contesto operativo perché il drone è potenzialmente uno strumento ideale per effettuare check-up aziendali ripetuti e a basso costo.
I modelli di ultima generazione incorporano già una serie di sensori, quali il Gps differenziale, il sensore di luce solare e le fotocamere Rgb e multispettrali; questi, tramite l’ausilio di specifici software, permettono di effettuare l’acquisizione delle immagini in forma quasi automatizzata. Anche nel contrasto alla Flavescenza dorata il drone gioca un ruolo fondamentale attraverso l’eliminazione delle piante infette, fonte di inoculo per la diffusione della malattia.
Tecnologia
Ad esempio, il Consorzio Tutela Prosecco Doc, nel 2022, ha effettuato una mappatura spaziale delle piante infette attraverso l’uso di droni equipaggiati con camere multispettrali. Questi velivoli hanno sorvolato 1.200 ettari di vigneto utilizzando tali sensori per identificare le piante sintomatiche. I dati sono poi stati strutturati in mappe in cui era possibile avere una percentuale dell’incidenza della malattia e della sua gravità.
«Nella nostra provincia l’utilizzo dei droni – spiega Frusca - è già risultato efficace da tempo nell’individuare le viti malate, ma la vera svolta potrebbe arrivare dal riconoscimento delle piante asintomatiche quando cioè la malattia è in una fase non ancora visibilmente chiara ma quando il fitoplasma della flavescenza si diffonde all’interno dei vasi linfatici della vite ed occlude il flusso di acqua e nutrienti tanto che le foglie iniziano a cambiare colore e forma».
Per contenere la Flavescenza è necessario intervenire su due fronti: da un lato estirpare precocemente le piante colpite, che fungono da inoculo per il diffondersi della malattia; dall’altro combattere la cicalina della vite, che cibandosi sulle piante infette si contagia con il fitoplasma, che poi introduce nelle piante che visita successivamente.
È quindi sul fronte dell’individuazione delle piante malate che un aiuto importante può arrivare dall’impiego di droni. “Dove il nostro occhio non arriva - sottolinea Frusca - arrivano specifici modelli di droni dotati di specifiche fotocamere, ciò consente di ottenere una serie di informazioni che, ad occhio nudo, non riusciremmo ad avere».
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