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Microsoft e l'ufficio del futuro: stop alle scrivanie assegnate

Nei nuovi uffici milanesi il reale diventa olografico e la webcam misura chi passa, spazio alle startup
Tanti gli studenti che hanno partecipato agli Edu Day 2018
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Se c'è una cosa che la trasformazione digitale sta insegnando a persone ed imprese è la necessità di essere aperti. Contaminazione, condivisione, sinergia, vocaboli riempiti di senso da un nuovo modo di lavorare e di intessere relazioni, modus operandi e pensandi incarnato dal nuovo stile Microsoft. Bisogna infatti dimenticarsi la vecchia logica della software house spaventata dall'aprire la propria cassaforte dei segreti.

La costola nostrana della casa di Redford non è mai stata così «open». Dalla nuova sede milanese in viale Pasubio nel «super chic» quartiere Isola, l'azienda guidata dall'amministratore delegato Silvia Candiani si è caricata sulle spalle il ruolo di guidare la transizione digitale. Lo sta facendo con sforzi economici (40 milioni di euro stanziati per training e formazione) e soprattutto con l'esempio. Non ci sono uffici assegnati. All'interno della Microsoft House tutto profuma di innovazione. Le porte si aprono rigorosamente tramite badge e pc sono distribuiti in ogni dove su tutti e cinque i piani.

«Non ci sono uffici assegnati, nemmeno per l'ad, perché ognuno lavora dove trova posto e secondo le proprie esigenze», spiega Chiara Ronchetti, corporate pr manager di Microsoft Italia, facendo strada in quello che è un vero e proprio spazio di coworking (600 dipendenti a Milano, 250 a Roma più 150 collaboratori a tempo determinato). Ma se entri nella sede di una delle più grandi multinazionali dell'It ti aspetti di trovare il non plus ultra dell'innovazione tecnologica. Effettivamente c'è ma in modo molto discreto e perfettamente integrata con tutto l'ambiente di lavoro.

Camminando nei corridoi quasi non ti accorgi dei giganteschi schermi touch lungo le pareti, così come non noti alcuni device all'avanguardia. Tramite una semplice webcam ed un software appositamente studiato, per esempio, una macchina analizza chi si trova davanti, stimandone età e riportando i dati ad un server centrale. «Ciò è stato pensato per le attività commerciali - sottolinea Ronchetti -, al fine di studiare la clientela che entra in un negozio e bilanciare quindi l'offerta». Le tecnologie legate all'ambito retail e customer sono all'ordine del giorno, spinte dalla richiesta sempre maggiore che arriva dalla città della moda (Prada è un cliente Microsoft).

Non poteva però certo mancare l'industria manifatturiera, con soluzioni di IoT, intelligenza artificiale e mixed reality. In quest'ultimo settore l'azienda fondata da Bill Gates (oltre 23 miliardi di dollari di fatturato globalmente ad aprile 2018) sta tracciando la strada da seguire. Windows Holographic e il device collegato Microsoft HoloLens permettono infatti di ricreare un qualsiasi elemento della vita reale in una copia olografica. Fino a qui tutto normale se non fosse che l'oggetto così rappresentato presenta tutte le caratteristiche di quello concreto: nel caso di un motore l'asportazione di un pezzo ne compromette il funzionamento ma, se ad essere proiettato fosse il David di Donatello, si potrebbe tranquillamento distruggerlo pezzo a pezzo, sgretolando il marmo virtuale.

Dalla Volvo alla ThyssenKrupp sono diverse le grandi aziende che hanno adottato questa soluzione, vuoi per la customer experience nel primo caso, mostrando gli interni di una vettura, vuoi per la formazione nel secondo. Ma la Microsoft House nasconde anche altre sorprese. Un'area è dedicata alle soluzioni sviluppate dalle startup partner, dimostrazione della volontà del colosso di non essere un'isola, per quanto grande, in mezzo al mare. Se l'apertura è ormai una necessità allora tanto vale non lesinare nell'essere open. La parola d'ordine per Microsoft è quindi diventata cloud ma questo è tutto un altro discorso.

 

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