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Lo smog della ragione (produce mostri)

La Cop28 a Dubai e il potere dei produttori di petrolio
Una veduta aerea dello skyline di Dubai, negli Emirati Arabi - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una veduta aerea dello skyline di Dubai, negli Emirati Arabi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Smog e petrolio. Mentre sono in corso i lavori della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici infuria la polemica. Il perché è presto detto. La Cop28 è infatti in fase di svolgimento a Dubai, tra le principali città degli Emirati Arabi Uniti, a sua volta Paese ai primissimi posti per la produzione di petrolio.

Oltre a ciò proprio in questi giorni l’importante metropoli che accoglie delegazioni da tutto il mondo è avvolta dallo smog. Ma la ciliegina sulla torta l’ha messa Sultan Al Jaber, presidente della conferenza a capo della delegazione degli Emirati Arabi, che ha affermato come con l'eliminazione dei combustibili fossili - uno degli obiettivi della Cop28 - si tornerebbe «all’era delle caverne».

Sembra la tempesta perfetta, dove ogni tassello pare messo al posto giusto per fare di questo summit uno dei più incandescenti, e forse inconcludenti, degli ultimi tempi. Se si pensa infatti a come erano state accolte le conclusioni della Cop21, i cosiddetti «Accordi di Parigi», il trionfalismo di allora suona adesso come una presa in giro. Se è infatti vero che una parte del mondo ha accelerato verso la transizione verde, la neutralità climatica e il contestuale abbassamento di emissioni e consumi, con l’Europa a guidare questa pattuglia di Stati, è parimente reale che c’è una grossa fetta di mondo dove la sostenibilità, intesa nel più ampio senso possibile, non è certo una priorità.

Le parole dell’emiro quindi non stupiscono particolarmente, descrivendo quello che è un dato di fatto: i Paesi che del petrolio hanno fatto la loro fortuna continuano indefessi lungo la loro strada, forti di tante porte aperte e di disponibilità di denaro praticamente illimitate. Uno strapotere dimostrato anche dalle parole di Al Jaber, che davanti al mondo riunitosi per fermate i combustibili fossili ne ha ancora una volta tessuto le lodi. Nulla di strano perciò, solo la manifestazione di come il petrolio e i suoi produttori abbiano ancora in mano le chiavi del Pianeta.

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