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Itis-Castelli: se pensate serva, dimostratelo!

La Fondazione Benedetto Castelli si rivolge agli imprenditori bresciani, ma non solo, per sistemare l'officina meccanica
La sede ingresso Istituto Tecnico industriale Benedetto Castelli - © www.giornaledibrescia.it
La sede ingresso Istituto Tecnico industriale Benedetto Castelli - © www.giornaledibrescia.it
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Se pensate che serva, è il tempo di dimostrarlo. Se per davvero - voi, aziende - pensate che la formazione sia importante e che avere periti (o non averne) possa essere uno degli elementi che fanno la differenza, ebbene è tempo di dimostrarlo. Serve un supplemento di generosità, ma direi che serve un supplemento di intelligenza, oggi più che mai. Più parliamo di industria 4.0 è più ci si convince che la partita è soprattutto di testa e di teste; che deve essere l’imprenditore prima a cambiare e a convincersi dei nuovi scenari e che per far questo deve avere - deve avere - personale qualificato. Non basta dire (anche se so che già è tanto): ma noi li cerchiamo i periti ma non li troviamo, o magari si trovano ma quanto a formazione... Appunto: qui sta il supplemento di generosità e intelligenza. Il «personale qualificato» diventa la risorsa prima per le aziende. Quelle che capiscono per prime il tema sono avvantaggiate.

E quindi? E quindi le aziende dovrebbero pensare alla Fondazione Benedetto Castelli che, da qualche anno, raccoglie fondi ed energie per affiancare le attività dell’istituto tecnico vanto della città, da mezzo secolo una fucina vera di tecnici molti dei quali diventati imprenditori. È a voi, a chi grazie anche al glorioso Itis, è diventato imprenditore, che la Fondazione presieduta da Giuliano Baglioni, si rivolge in primis.

Serve, appunto, quel famoso supplemento. Sì, sappiamo che già date lavoro e pagate le tasse e quindi dovrebbe essere lo Stato a cambiare i laboratori, ad aggiornare le strutture, a mantenere decoro e l’aggiornamento professionale. Tutto verissimo. Ma così non è. E quindi? Le prime risposte delle aziende bresciane sono state straordinarie, ma non basta. In tre anni, la Fondazione fra contributi diretti e nuove macchine ha raccolto circa 2 milioni. Non pochi. Ma adesso - scrive il presidente Baglioni - serve sistemare l’officina meccanica che versa in condizioni pietose. Servono, malcontati, 400 mila euro per rifare pavimenti, impianti, attrezzature.

Se qualche azienda fosse disponibile e interessata a fare qualcosa di concreto può scrivere a segreteria@fondazionecastelli.it. Carla Chiaf, la segretaria della fondazione che mette il suo tempo libero a disposizione, potrà darvi il dettaglio delle emergenze per far sì che l’Itis resti la bandiera della nostra industria che sin qui è sempre stata. Grazie.

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