Intelligenza artificiale: UniBs nell'ambizioso progetto Ue
Uno dei grandi timori dell’opinione pubblica rispetto alle tecnologie emergenti è che queste rimangano un monopolio di pochi, potenti player dalle intenzioni piuttosto opache. Timore che potrebbe trovare un riscontro nel fatto che, sul digitale, l’Europa sta studiando una strategia difensiva per mettere un freno ai Big Tech attraverso il piano Digital Services Act, che preoccupa molto i vari Google, Amazon e Facebook. Ma l’Unione non si vuole limitare alle barricate: vuole agire dall’interno, riunendo le sue eccellenze per promuovere la diffusione di queste tecnologie tra le aziende e le società.
Lo fa ad esempio con l’ambizioso progetto triennale AIPlan4EU, in lancio domani nell’ambito del più ampio progetto AI4EU, che punta a mettere a disposizione di scienziati, imprese ma anche comuni cittadini quegli strumenti di intelligenza artificiale (IA) di solito appannaggio dei soli centri di ricerca o grandi aziende. Il risultato finale è una piattaforma on-demand dove chiunque potrà accedere e utilizzare le risorse di IA realizzate da 15 partner internazionali con 5 milioni di euro di budget. Tra questi c’è l’Università degli Studi di Brescia, l’unica italiana insieme a La Sapienza di Roma e alla Fondazione Bruno Kessler, che lavorerà sulla pianificazione automatica. «È un ambito di cui ci occupiamo da 25 anni - spiega il prof. Alfonso Emilio Gerevini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, responsabile del progetto -. Troviamo nuove applicazioni per l’automazione industriale, il flexible manifacturing o ancora gli strumenti di decision making assistiti da computer».
«Si tratta di tecnologie che aiutano, appunto, a pianificare le attività in modo più dinamico, massimizzando i risultati e ottimizzando le risorse». Compito del team bresciano per AIPlan4EU è creare un framework che unisce tutte queste tecnologie attraverso una serie di interfacce utilizzabili all’interno di un sistema aziendale. «Il software finale sarà reso pubblico – prosegue Gerevini – e quindi utilizzabile da chiunque. Aggiungeremo alcune linee guida per rendere l’accesso ancora più facile. Al momento stiamo coinvolgendo varie aziende per raccogliere i casi d’uso». Lo scopo finale è creare un ponte tra i laboratori di ricerca più avanzati d’Europa e le aziende, o i singoli professionisti, per promuovere l’innovazione in settori come logistica, trasporti, manifatturiero, agroalimentare, energia, ma anche sicurezza, robotica autonoma e videogiochi.
«L’IA ha ormai un altissimo impatto socio-economico – aggiunge il docente –. I tempi sono maturi per una diffusione ancora maggiore, a patto di vigilare sulla sua affidabilità». Motivo per cui il prof. Gerevini partecipa anche a un altro progetto europeo (Foundations of Trustworthy AI - Integrating Reasoning, Learning and Optimization), con 12 milioni di euro, che promuove la ricerca sull’IA per renderla una tecnologia sempre più «sicura, spiegabile ed etica». Aspetti che, a detta del docente, mancano ancora in molti sistemi oggi in circolazione: «Se creiamo strumenti in grado di prendere decisioni, vogliamo che ogni ragionamento della macchina sia spiegabile e ricostruibile. Dobbiamo sviluppare tecnologie innovative, affidabili e utili all’uomo».
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