Insetti a tavola, Brescia dice no ma apre all’uso per gli animali

«L’Ue vuole gli insetti a tavola? Se li mangino loro». È eloquente il commento dell’eurodeputata Silvia Sardone alla notizia che la farina di larve ha ricevuto l’ok dalla Ue. La Commissione ha dato il via libera all’immissione in commercio della farina di larve intere di Tenebrio molitor (conosciuta come larva gialla della farina), trattata con raggi UV. Questa polvere alimentare potrà essere commercializzata solo dall’azienda francese Nutri Earth per 5 anni.
Se vogliamo essere più sofisticati dobbiamo però parlare di Novel food: sono definiti da Bruxelles come cibi che non sono stati consumati «in modo rilevante» prima del maggio 1997. La categoria comprende nuovi alimenti, da nuove fonti, sostanze utilizzate nei prodotti alimentari nonché nuove modalità e tecnologie per la produzione di alimenti. Tra gli esempi: oli ricchi di acidi grassi omega-3 derivati dal krill come nuova fonte alimentare, gli insetti commestibili, gli steroli vegetali.
Nel Bresciano
Facile immaginare quanto l’argomento sia dibattuto. Anche a livello delle Organizzazioni agricole bresciane. «Oltre ad essere lontani dalla cultura gastronomica nazionale, l’introduzione degli insetti nelle diete - sottolinea Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia – solleva importanti interrogativi riguardo alla salute e alla sicurezza alimentare. L’arrivo sul mercato di farina di larve di Tenebrio molitor trattata con raggi ultravioletti deve essere accompagnato da una precisa etichettatura sul fatto che la vitamina D, presente viene prodotta artificialmente.
Si tratta, nei fatti, di un prodotto tutt’altro che naturale, bensì ultratrasformato, e che dovrebbe riportare in etichetta la dicitura “contiene vitamina D prodotta mediante trattamento con Uv”». In occasione dell’arrivo sul mercato dei primi prodotti a base di insetti Coldiretti aveva chiesto che la loro presenza fosse indicata in etichetta. «Questo poiché il consumo di questi insetti può causare reazioni nelle persone allergiche. Un appello a cui era seguita la firma di 4 decreti per assicurare la necessaria trasparenza ai consumatori».
Cibo per animali
Per Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura Brescia: «Va anzitutto fatta una distinzione fondamentale tra food e non food. Per quanto riguarda l’alimentazione umana non siamo del tutto d’accordo sull’utilizzo dei novel food, mentre per l’alimentazione degli animali siamo giocoforza quasi obbligati ad accettarli. Penso che per nutrire l’uomo sia assolutamente la cosa migliore utilizzare i nostri prodotti agricoli di qualità, che non possono essere sostituiti dai novel food».
Per Garbelli discorso diverso vale per gli animali: «C’è carenza di proteine e stiamo importando grandi quantità dal Sudamerica. O si sopperisce realizzando nel breve un Piano proteico nazionale o europeo, per aumentare la quantità di soia. Diversamente ci dovremo rassegnare, perché le proteine servono e se non riusciamo a reperirle dalle nostre coltivazioni dovremo approvvigionarci in altro modo. Sono il mercato e i consumatori a fare la differenza: siamo contro le chiusure totali e aperti al mercato».
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