Il pensatoio di Harry Potter è realta e si chiama eMemory

In attesa di un software che riesca a elaborare memoria e sentimenti di una persona, c’è chi offre sul mercato un posto dove conservare le proprie memorie. L’idea è di un ingegnere torinese, Pietro Jarre, che ha fondato un’azienda e l’ha chiamata eMemory che, dal nome, dice subito quel che intende fare: salvare su un posto sicuro e affidabile le memorie, i ricorsi, gli scritti, i sogni e i progetti di chi intende passare al digitale anzichè limitarsi al classico diario.
«Un posto dove, come poche decine di euro, si può creare una sicura casa della memoria, a prova di profilazione» e dove nessuno, quindi, può metter naso e cercare di capire e intuire (e quindi profilarci) sulla base di quello che scriviamo. È una sorta di posto dove mettere le cose più care, le foto che veramente valgono qualcosa per noi, un posto dove scrivere storie, impressioni, commenti, qualcosa di selezionato, qualcosa che meriti di stare in una sorta di cassaforte. Un qualcosa che potrebbe diventare come il pensatoio di Harry Potter, una specie di oggetto magico da aprire per rivedere ricordi che meritino di esser tali.
La piattaforma ha tre livelli di accesso e quindi di riservatezza: il primo consente la condivisione con gli altri utenti. Un secondo livello consente di lasciare in eredità questi contenuti a chi si vuole e c’è un terzo livello, più privato, che nessuno può vedere, che sparirà con la morte dell’utente.
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