GdB & Futura

«I lavoratori devono poter partecipare al cambiamento»

All’attivo dei delegati Fiom l’intervento del neo segretario nazionale Francesca Re David
La sindacalista. Francesca Re David
La sindacalista. Francesca Re David
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Nell’attuale contesto economico crisi e innovazione vanno a braccetto. Lo strano binomio, che smorza in parte l’ottimismo filtrato negli ultimi mesi all’interno dell’industria italiana, si deve a Francesca Re David, succeduta lo scorso 14 luglio a Maurizio Landini nel ruolo di segretario generale della Fiom Cgil nazionale. «Non si può parlare di ripresa quando questa non crea, come sta avvenendo ora, nessun tipo di occupazione - ha affermato Re David dalla Camera di Commercio cittadina, dove circa 500 delegati delle aziende metalmeccaniche lombarde si sono dati appuntamento per discutere sul futuro della contrattazione -.

È vero che le imprese stanno investendo, aiutate enormemente dai benefici fiscali, ma l’innovazione non può andare a solo beneficio del profitto, anche i lavoratori devono poter partecipare al cambiamento. Il discorso vale pure per tutto ciò che va sotto il nome di Industria 4.0, che cela un concreto rischio in termini di posti di lavoro».

Un’accelerata ad una sola direzione quella descritta quindi dal segretario nazionale, «con l’azione sindacale che ora più che mai ha il compito di orientare il cambio di rotta».

In questo senso Francesca Re David non ha risparmiato una stoccata alle altre sigle di categoria, «il contratto nazionale del novembre 2016 è stato portato a casa unitariamente dalla sola Fiom» ha affermato con una malcelata ironia, ribadendo la centralità del contratto nazionale nei rapporti di lavoro. «Abbiamo fatto inserire i flexible benefits direttamente nel testo, non relegandoli solamente alla contrattazione di secondo livello, così come un ruolo importante è stato assegnato alle nuove forme di welfare - ha spiegato Re David, prima leader donna delle tute blu Fiom -. Solo attraverso l’affermazione generale dei diritti dei lavoratori si può pensare di avere un terreno fertile per discutere con le aziende».

Discorso che vale anche per tutta la partita che riguarda la piccola e media industria, comparto anch’esso interessato dal rinnovo del contratto nel luglio di quest’anno. «Non possiamo pensare di parlare di lavoro quando questo è minato nelle sue fondamenta, con attacchi frontali che arrivano da più parti - ha evidenziato Alessandro Pagano, segretario generale della Fiom Lombardia -. È infatti prioritario il tema degli ammortizzatori sociali, perché il licenziamento dei lavoratori non può e non deve in alcun modo essere la soluzione dei problemi».

Ammortizzatori sociali che nel Bresciano, che conta circa 100mila addetti nel settore metalmeccanico della grande industria, «sono stati allungati fino al 2018, a differenza di quanto è avvenuto in buona parte dell’Italia - ha spiegato Francesco Bertoli, segretario generale della Fiom di Brescia -. Bisogna rendersi conto che persistono ancora tante situazioni di difficoltà e la ripresa, anche nella nostra provincia, sta convivendo con la crisi. Positivo è l’andamento del settore automotive, sul quale però l’attenzione deve rimanere alta vista la grande carica innovatrice che lo caratterizza».

 

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