GdB & Futura

Guida autonoma e dilemma etico: salvare pedone o passeggero?

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale pone un tema: se nessuno è al volante chi risponde dei danni?
Con la guida autonoma l’automobile segue da sola il percorso designato
Con la guida autonoma l’automobile segue da sola il percorso designato
AA

«Portami a casa, grazie». L’auto parte e nel frattempo si può leggere un libro, girare di 180 gradi la poltrona per conversare magari con chi siede sul divanetto posteriore, guardare l’ultima puntata della fiction preferita. La macchina procede senza intervento umano, governata da gps, radar, sensori e, manco a dirlo, intelligenza artificiale.

Questa è la guida autonoma, da non confondere con la frenata automatica d’emergenza, il rilevatore di stanchezza o il sistema di mantenimento di corsia che oggi rappresentano già la dotazione di molte vetture. Con questi ausilii, infatti, il volante non lo si lascia mai, a differenza appunto della guida autonoma. E qui nasce il dilemma che sta frenando, e non a torto, l’introduzione di questa rivoluzione copernicana del modo di intendere l’auto.

I legislatori chiamati ad aggiornare i Codici della Strada dei rispettivi Paesi hanno iniziato a chiedersi: se nessuno è alla guida chi risponde in caso di un incidente? E poi: l’intelligenza artificiale è in grado di trovare il compromesso migliore fra la salvaguardia degli occupanti dell’auto e quella di un pedone o di un ciclista, oppure favorirà solo la forma umana proprietaria, cioè i passeggeri? Sono domande che - almeno per ora - non trovano risposta e «congelano» il via libera ai software in grado di autopilotare l’automobile.

Mentre il dubbio resta e fa nascere opposti schieramenti tra favorevoli e contrari, possiamo fare un ripasso sui cinque livelli sui quali è suddiviso il percorso che porta dalla guida assistita a quella autonoma.

Livello 1. Siamo alla guida assistita. Un esempio? Con il Cruise Control si può togliere il piede dall’acceleratore dopo avere impostato la velocità, mentre con l’Adaptive Cruise Control l’auto rallenta percependo la distanza di chi precede.

Livello 2. È la guida semi autonoma. In autostrada, ad esempio, si mantiene la propria corsia oltre al distanziamento dagli altri mezzi. Anche in questo caso il volante non lo si molla. Sistema utile anche quando si è in coda: evita il classico tamponamento da stanchezza o distrazione. Utile anche la funzione di parcheggio assistito.

Livello 3. Qui si entra nel mondo della guida autonoma anche se limitatamente ad alcuni contesti. In autostrada o in coda, ad esempio, ma a differenza del livello 2 qui è possibile distogliere gli occhi dalla strada. Ed è a questo livello che molti Paesi, compreso il nostro, non hanno ancora dato il via libera ponendosi l’interrogativo di cui dicevamo all’inizio.

Livello 4. L’auto guida autonomamente per la maggior parte del tempo e non solo in occasioni particolari. Per ora siamo ai prototipi con qualche guaio di...percorso.

Livello 5. Dall’auto scompare il volante. Addio piacere di guida.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia