GdB & Futura

Futura Expo, sono più di 500 gli alberi nel Vegetal Pavilion

Querce, pioppi, viti, aceri e betulle compongono il bosco indoor di Brixia Expo. Un'allestimento progettato dall’architetto Raffaella Laezza
A Roma, nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato presentato l’allestimento di Futura Expo
A Roma, nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato presentato l’allestimento di Futura Expo
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Nel petto di Futura batterà il cuore di un bosco adulto. Querce, carpini, ginkgo biloba, pioppi, aceri, salici, allori, piante da frutto, betulle, metasequoie. Sono più di 500 gli alberi che compongono il Vegetal Pavilion, il fulcro verde al centro del padiglione a Brixia Expo che consentirà ai visitatori di immergersi in un polmone vegetale. Passeggiare nella natura, con il naso all’insù, per entrare in sintonia con i valori che guidano la tre giorni: sostenibilità e rispetto per la natura. Le essenze arbustive punteggeranno anche gli stand, concepiti come parte di un enorme spazio fluido, fatto in legno di abete tracciabile e canne di fiumi italiani (in gran parte recuperati dalla prima edizione), e allestiti con arredi in cartone riciclato.

Il concept

Progettato dall’architetto Raffaella Laezza, che già nel 2022 aveva firmato un allestimento all’insegna dell’ecologia e del riuso, il Vegetal Pavilion è il fulcro di un allestimento coerente in tutto lo spazio espositivo di via Caprera. La responsabile scientifica del master in Emergency Temporary Circular dell’Univesità Iuav di Venezia spiega: «Queste 500 piante non sono un arredo estetizzante: sarebbe sicuramente sminuire il loro ruolo sulla Terra. Esse ci raccontano, da esseri viventi, del loro processo vitale in continuo cambiamento e di come siano origine della vita, che precede l’uomo».

Qual è l’evoluzione?

«La decarbonizzazione del Pianeta. Lo stesso obiettivo a cui dobbiamo puntare tutti noi con opere, aziende, associazioni, società: ogni partecipante a Futura è chiamato a prendere parte a questa evoluzione». E con coerenza, l’evento dell’8, 9 e 10 ottobre sarà anche stavolta carbon neutral, con certificazione che dimostra la compensazione delle emissioni eccedenti di anidride carbonica. La CO2 inevitabilmente generata dalla fiera viene così compensata tramite altri progetti riconosciuti.

«Grazie ai principi del Life Cycle Thinking, l’approccio progettuale è stato quello di individuare, lungo tutta la filiera, partner climaticamente responsabili e trasparenti, cercando quanto più possibile un “controllo climatico” fin dalle fasi di progettazione e installazione». Sotto la lente sono così finite le forniture, le pratiche aziendali, le energie utilizzate, per concorrere alla creazione di un percorso responsabile.

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