GdB & Futura

Dopo il Mecspe, verso la Bie: l’industria vuole toccare il 4.0

Parma ha dimostrato l’alto interesse attorno al tema, a Montichiari il debutto di Factory4.now
Da Parma.  Un’immagine dell’ultima edizione del Mecspe - © www.giornaledibrescia.it
Da Parma. Un’immagine dell’ultima edizione del Mecspe - © www.giornaledibrescia.it
AA

Che qualcosa si sia risvegliato lo si vede ormai da più di un anno. Le aziende sono tornate ad investire e a progettare business plan di ampio respiro, l'export è cresciuto e con esso la consapevolezza delle imprese che il mercato, così come la competizione, è globale. E manco a dirlo in ogni sede del panorama produttivo si parla di Industria 4.0. Si parla e, va aggiunto, si vuole in qualche modo toccare con mano quel che il digitale può rappresentare. E da questo punto di vista, la fiera - che è una cosa per molti aspetti primordiale - continua a rappresentare un appuntamento importante.

Il tema digitalizzazione è però vasto e multiforme, con connesso il rischio di perdere di vista l'utilità di tale cambiamento. Ecco perché, dopo tante parole, si è capito che ogni possibile mutamento deve essere prima analizzato, conosciuto, toccato con mano.  È infatti la concretezza il tratto principale che ha caratterizzato tante delle vie italiane, e bresciane, per spiegare il 4.0.

Nel nostro territorio due casi sono ben rappresentativi di questa volontà pragmatica, da un lato la digital factory Sfida 4.0 ideata e creata dalla società di consulenza Sei Consulting, dall'altro la Fabbrica in Fiera, ora Factory4.now, vera e propria ricostruzione di un processo produttivo dalla materia prima al prodotto finito portata per la prima volta alla Brixia Industrial Exhibition dell'anno scorso.

Quest'ultimo esempio fornisce un ulteriore elemento di analisi cioè l'importanza del mostrare il digitale là dove tante aziende sono riunite tutte insieme, nelle fiere. Tale tipo di manifestazione ha infatti accresciuto enormemente la propria importanza, con numeri in crescita sia in Italia sia all'estero per quasi tutti gli eventi.

L'ultima a finire sul calendario è stata Mecspe, la rassegna che si è chiusa sabato 24 marzo alla fiera di Parma. Oltre 50mila visitatori hanno letteralmente preso d'assalto il centro espositivo, punto di accumulazione del manifatturiero nostrano (ma non solo) per tre giorni. E ovviamente anche in terra emiliana non poteva mancare la propria versione della fabbrica digitale. In un solo padiglione si sono trovate nove differenti filiere e oltre 50 partner, l'uno di fronte all'altro per confrontarsi su tecnologie abilitanti e innovazione, su ricerca e formazione digitale.

Ad essere privilegiate, sia come attori sia come pubblico di riferimento, sono state ovviamente per le piccole e medie imprese, ossatura del sistema produttivo nazionale e bisognose più delle grandi realtà di un esempio chiaro di cosa significa digital transformation. Perchè i cobot e la progettazione con l'additive manufacturing o tramite la realtà virtuale possono essere affascinanti ma rimangono virtuosismi fini a loro stessi se non calati sulle esigenze delle aziende.

Le Pmi protagoniste a Mecspe, che però non ha ovviamente disdegnato l'apporto dei grandi attori globali. Rilevante l'esperienza presentata da Cisco, colosso statunitense del networking che a Parma ha presentato una vera e propria rete di fabbrica propedeutica per l'applicazione del 4.0 in azienda. Non ci può essere transformation senza ovviamente l'aspetto digital, non esiste sistema senza connettività. Chiuse le porte di Mecspe e rimandato l'appuntamento all'anno prossimo ad aprile continuerà il tour delle fiere, italiane e mondiali. Il 4.0 sarà sempre il comune denominatore, sempre più inteso come possibilità pratica e non solo come contenitore di idee.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia