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Dai droni-mosconi dell'Mit ai droni-farmacisti della Croce Rossa

Claudio Venturelli
Il Mit di Boston ha messo a punto un'ultima versione di drone, ma anche la Croce rossa italiana si avvale di una flotta speciale per le consegne
Il drone delivery per i farmaci urgenti della Croce rossa italiana - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il drone delivery per i farmaci urgenti della Croce rossa italiana - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ai robot con forma animale si aggiunge oggi il drone moscone messo a punto dai ricercatori dell’Mit di Boston. Costruire un drone non è impresa difficile, ma arrivare a simili miniaturizzazioni è un’impresa complessa, tanto da dover catalizzare l’attenzione di un intero dipartimento di Ingegneria Elettronica.

L’obiettivo raggiunto è eccezionale: il drone pesa mezzo grammo e grazie a speciali attuari in gomma riesce a simulare il movimento delle ali di un insetto che equivale a 500 battiti al secondo.
Robusto come un insetto, appunto, il drone dell’Mit sopporta con facilità di urti e non si scompone in presenza di vento. L’unico problema dei ricercatori è quello di miniaturizzare le batterie a tal punto da garantire al moscone volante una sufficiente autonomia.

La domanda conseguente è: a cosa serve una simile ricerca? La risposta per ora non c’è, ma se ricerca deve essere allora dobbiamo comprendere le possibili ricadute positive prima ancora di … conoscerle. Un esempio? Guardiamo in casa nostra, all’Italia. Nei prossimi mesi in campo verrà messa in campo una flotta di 20 droni e 50 piloti altamente formati per raggiungere isole e luoghi remoti. La Croce Rossa Italiana, è detto in una nota, si affida alla tecnologia per ridurre costi e tempi di trasporto di materiale sanitario urgente con l'obiettivo di essere sempre più efficace nel fornire risposte in emergenza e salvare vite umane. E lo fa attraverso l'utilizzo di droni delivery di ultima generazione configurati ad hoc per la CRI, in grado nei prossimi mesi di trasportare fino a 15Kg di peso con una flotta di 20 velivoli e 50 piloti altamente formati. Questi mezzi raggiungeranno in brevissimo tempo luoghi remoti, colpiti da calamità naturali o difficilmente raggiungibili e saranno utilizzati soprattutto per la consegna di farmaci salvavita, sangue o tamponi.

Un primo test si è tenuto alcune settimane fa sulle coste siciliane. I piloti CRI, dando vita ad una simulazione, hanno fatto alzare in volo un drone delivery ad un'altezza di 40 metri da terra che dalla banchina del porto di Trapani ha trasportato farmaci urgenti verso la nave GNV Aurelia, tra le imbarcazioni di sorveglianza sanitaria che si trovano in rada in Sicilia per l'accoglienza delle persone migranti. Un'attività, quella della sorveglianza sanitaria a bordo delle navi, che la CRI porta avanti da aprile 2020 anche grazie al supporto del Comitato Regionale siciliano dell'Associazione. La simulazione, a cui hanno preso parte la Prefettura, il Comune di Trapani e la Capitaneria di Porto che ha impiegato due motovedette a garanzia della sicurezza dell'esercitazione, ha visto arrivare a destinazione il drone in un tempo di cinque minuti e 30 secondi, contro i 35 normalmente impiegati dal trasporto via mare con imbarcazioni di medie dimensioni ed è riuscita perfettamente. Il drone delivery è stato controllato da terra da un pilota, il quale ha mantenuto sempre un contatto visivo con lo stesso ed è stato coadiuvato da altro personale addestrato a bordo della nave, sempre in costante contatto radio. La Croce Rossa non è nuova nell'operatività in emergenza e soccorso con l'utilizzo di queste tecnologie ed ha personale formato attraverso la sua Unità Droni, Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto.

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