GdB & Futura

Da Vodafone un milione per l'ologramma cardiaco di Artiness

Il sistema di telemedicina premiato dalla società di tlc si rivela di assoluta efficacia e ora attende il 5G
L’ologramma del cuore del paziente durante un intervento dall’arteria femorale - © www.giornaledibrescia.it
L’ologramma del cuore del paziente durante un intervento dall’arteria femorale - © www.giornaledibrescia.it
AA

Quando con Giovanni Rossini, direttore operativo di Artiness, ci eravamo sentiti nelle ultime settimane dello scorso anno, la sua speranza era quella di aggiudicarsi il primo posto del bando «Action for 5G» di Vodafone (un milione di euro in finanziamenti e servizi). Ora che l'ufficialità è arrivata, con l'azienda di telecomunicazioni lavorano già da gennaio, ma il via libera al farlo sapere è arrivato solo in questi giorni di pausa forzata. «Pausa sì, ma non troppo, per fortuna. Il primo di aprile, tanto per far capire, abbiamo assunto due sviluppatori che insieme a noi lavorano a pieno ritmo». Così ora stanno passando dalla fase prototipale a quella di sviluppo del prodotto. «E mai come ora le sollecitazioni che arrivano sono pressanti», confessa Rossini.

Sì, perché il loro prodotto ha a che fare con medicina e assistenza da remoto. Rispieghiamo. «In parole povere quello che facciamo è consentire ai cardiochirurghi che si occupano di interventistica mini invasiva (si entra con una sonda nell’arteria femorale e da lì si sale) di operare avendo a disposizione un ologramma del muscolo cardiaco con la nostra assistenza da remoto, sia nel pre che nell'intra operatorio», ricapitola Rossini. «Il medico non deve far altro che prescrivere gli stessi esami che farebbe comunque, noi riportiamo tutti i dati nel nostro software, controlliamo manualmente che tutto vada bene, sottoponiamo l’ologramma al cardiologo che si studia il cuore del paziente dal vivo, ma senza aprirlo». Lo stesso ologramma, che può essere girato, ingrandito nelle aree che servono, tagliato, analizzato, anche con il paziente sul tavolo operatorio.

Rossini, bresciano, anche se in queste settimane è bloccato a Milano («per fortuna la porta dell'ufficio di Artiness è proprio a fianco a quella di casa mia») insieme ai colleghi che nel 2018 hanno fondato la start up (Filippo Piatti, Omar Pappalardo, Emiliano Votta e Alberto Redaelli) è pronto per il trial clinico. «Lo faremo con l'Ospedale universitario di Zurigo - racconta - poi la partenza vera sarà con un centro del milanese grazie all'installazione del 5G di Vodafone». Una tecnologia fondamentale per Artiness il nuovo standard di telecomunicazioni. «Per noi è così: minor tempo di latenza, possibilità di far passare più dati sulla banda che è più larga, meno oscillazioni e problemi di perdita di segnale, tutte caratteristiche fondamentali quando sei sul tavolo operatorio».

E le polemiche sul 5G? «Da fisico ragiono: le frequenze sono più alte e le onde più corte, perciò è sicuramente meno impattante dei vecchi standard. Ogni nuova tecnologia è accompagnata da polemiche, quello che conta, però, sono le evidenze scientifiche». E come dicono gli esperti: ci si dovrebbe preoccupare molto di più di un forno a microonde mal isolato che del 5G.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia