Cracker alla farina di grillo: da aprile Small Giants arriva sugli scaffali d’Italia

Levate di scudi, paura, persino teorie del complotto. Quando si parla di farina di grillo, uno dei principali novel food pronti ad arrivare sulle nostre tavole, le critiche si sprecano.
Ma per Edoardo Imparato, cofondatore insieme a Francesco Majno di Small Giants, startup che commercializza prodotti da forno che contengono proprio farina di grillo, non c’è nulla di strano. «La diffidenza è normale, tutte le innovazioni all’inizio sono viste con timore - afferma -. La stessa cosa che sta capitando ora a noi è successa 20 anni fa col sushi. E vediamo tutti come è andata a finire». Imparato è sicuro che il mercato in cui si è posizionata Small Giants crescerà, anche in Italia. Per questo motivo, oltre che per fattori legati alla Brexit, è stato deciso di riportare la sede in Italia spostandola dal Regno Unito a Milano, «e presto trasferiremo anche la produzione» annuncia il ceo.
Vendita
Ciò si traduce in un sempre più prossimo sbarco dei prodotti Small Giants sugli scaffali di tutta Italia: tre tipologie di cracker e le fette biscottate dovrebbero arrivare ufficialmente nel nostro Paese ad aprile. «Siamo in trattativa con alcuni supermercati e con alcuni negozi - conferma Imparato - A brevissimo invece cominceremo a vendere i nostri prodotti negli store polacchi, grazie all’accordo con un’importante catena di distribuzione del luogo (Zabka ndr)». A questi canali di vendita si affianca l’e-commerce.
Non stupisce perciò che tra il 2020 e il 2021 l’azienda abbia raccolto 600mila euro di finanziamenti, con anche realtà che parlano bresciano (Gummy Industries e la società di corporate innovation venture capital IN3 Ventures) che hanno deciso di investire in questa direzione.
Cos’è?

Proviamo però a capire davvero cosa si intende quando si parla di farina di grillo. Partiamo da un dato: «All’interno dei nostri prodotti tale componente è presente in percentuale che varia tra il 10 e il 20%. Il resto è farina tradizionale visto che quella ottenuta dagli insetti è praticamente priva di maglia glutinica - spiega Imparato -. Viene ottenuta dalla lavorazione di grilli e il costo, ancora alto, si aggira attorno ai 20 euro al chilo».
Il Paese produttore della materia prima è il Vietnam e l’allevamento degli insetti avviene ancora secondo principi artigianali e con modalità praticamente immutate da molti anni. «Grandi aziende stanno però mettendo a punto soluzioni per la produzione su scala industriale, dinamica che porterà inevitabilmente ad un crollo del prezzo - sottolinea l’imprenditore -. Il grillo vive in ambienti dove la temperatura è di circa 30 gradi, luoghi caldi come quelli presenti in Sud Italia, che in futuro potrebbe diventare un grande polo di produzione».
Sotto il punto di vista nutrizionale la farina di grillo ha un alto contenuto proteico, di vitamina B12 nonché di fibre alimentari, «ed è per questo che il paragone non è da fare con i macinati dei cereali bensì con quelli di vegetali quali soia o canapa». A differenza di queste ultime due lavorazioni però la farina di grillo richiede molto meno utilizzo di acqua nonchè di terreni.
«È una grande risorsa per l’intero Pianeta - conclude Imparato -, e sono sicuro che presto prenderà piede, andando a sostituire parzialmente il consumo di proteine animali». Secondo l’imprenditore perciò la curiosità umana e la necessità di nuove fonti alimentari avranno la meglio sulla diffidenza.
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