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Cover per smartphone e licenze esclusive: il fenomeno Just in Case

In soli due anni l’azienda ha aperto 70 sedi in Italia. Bannò: «Fatturato 2022 a 10 milioni di euro»
Uno store di Just in Case - © www.giornaledibrescia.it
Uno store di Just in Case - © www.giornaledibrescia.it
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Per riuscire a capire come in soli due anni Just in Case «punti a chiudere il 2022 con 10 milioni di euro di fatturato e un milione di utile», secondo le previsioni del titolare Gianantonio Bannò, bisogna provare a capire quali sono le basi del successo del fenomeno bresciano.

Nata ufficialmente a gennaio 2020 con un investimento di 40mila euro, la società che commercializza cover e accessori per smartphone «si è trovata immediatamente a dover affrontare le chiusure dovute al Covid - racconta Bannò, che alle spalle vanta un’esperienza nel settore conclusasi nel 2017 -. Il colpo è stato forte ma abbiamo reagito facendo dropshipping (modello dove un intermediario vende un prodotto ad un utente finale, senza possederlo materialmente in magazzino ndr). Ciò ci ha permesso di avere subito tanta liquidità».

Gianantonio Bannò e Anton Zlotnik - © www.giornaledibrescia.it
Gianantonio Bannò e Anton Zlotnik - © www.giornaledibrescia.it

E mentre le altre aziende chiudevano le sedi Just in case le apriva. Partendo dal primo store in via X Giornate a Brescia, l’azienda si è presto estesa in tutta Italia: conta ora 70 punti vendita (uno anche a Desenzano), da Roma a Milano a Firenze, «ma l’obiettivo è giungere presto a 110» spiega il titolare. Il motivo di una così rapida ascesa sta anche nella strategia utilizzata per avviare un negozio: «Ci adattiamo al format dell’attività che c’era prima di noi, non investendo in mobili o materiali - racconta il responsabile marketing Anton Zlotnik -, un approccio vantaggioso sia in termini economici che ambientali».

I prodotti

All’interno dei propri store Just in Case vende cover personalizzate e personalizzabili, oltre a una vastissima gamma di accessori per smarphone, dagli auricolari alle postazioni per i tik tok. «La differenza rispetto ai nostri competitor sta nella qualità dei prodotti - evidenzia Bannò -. Le nostre cover, realizzate per il 20% in Cina e per l’80% in Italia, costano di più rispetto alla altre ma sono molto più resistenti ed esteticamente valide».

Il grosso plus inoltre è dato dalla possibilità di personalizzarle in loco, «in ciascun negozio c’è una stampante con inchiostri vegetali che restituisce il prodotto in sette minuti», e dall’ampia gamma di prodotti con licenza ufficiale. «Partiti con alcune squadre di calcio, le prime sono state Genoa e Sampdoria, ora abbiamo stretto accordi con Inter, Roma e Fiorentina - sottolinea Zlotnik-. Siamo inoltre in trattativa con un grande nome della moda e con multinazionali».

I numeri

Questo vero e proprio boom ha fatto sì che Just in Case raggiungesse 4,8 milioni di euro di valore della produzione nel 2020, «cifra che salirà a 10 milioni al termine del 2022, con circa un milione di utile» spiega Bannò. Il focus è ora puntato sull’estero e in special modo su Benelux e Inghilterra, con l’obiettivo di raggiungere i 400 punti vendita nell’arco di tre anni. I dipendenti nella nuova sede di via Dalmazia sono nove, «ma stiamo cercando anche un nuovo social media manager» annunciano, ai quali si aggiungono 250 persone che lavorano nei 70 store in giro per l’Italia.

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