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Brescia deve rincorrere (velocemente) i distretti tedeschi

La Leonessa, con i suoi distretti sidermetallurgia, Franciacorta, pentole-valvolamee e meccanica, non si classifica tra i primi posti
Le aziende della Leonessa devono fare uno scatto in avanti - © www.giornaledibrescia.it
Le aziende della Leonessa devono fare uno scatto in avanti - © www.giornaledibrescia.it
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Merita una ripresa la notizia, di qualche settimana fa, che dava conto dello studio che Intesa SanPaolo ha redatto mettendo a confronto l’andamento dei distretti industriali italiani negli anni 2008-2016 esaminando i bilanci di circa 18 mila aziende. Ne emerge un quadro confortante a livello generale, con una crescita media del 13% (8% l’incremento del manifatturiero italiano nel suo complesso), con le ovvie punte di eccellenza.

Fra queste, al primo posto (con +82%) c’è il distretto dell’occhialeria di Belluno, seguito dal distretto della gomma-plastica del Sebino Bergamasco (+81,5%) e quindi, terzo posto, il Prosecco di Conegliano Veneto (+80%) per arrivare al +60% del distretto della mozzarella campana che occupa il ventesimo posto della classifica. A seguire tutti gli altri ed oltre 120 distretti italiani.

Brescia, che pur resta monitorata nei suoi distretti della sidermetallurgia, del Franciacorta, del pentole-valvolame lumezzanese e della meccanica-strumentale non piazza alcun distretto nei primi 20 posti. Non è una tragedia, intendiamoci. Però qualche piccola riflessione la cosa la potrebbe suggerire. Vero: viaggiamo, ma c’è chi corre più di noi. I bilanci delle nostre aziende in senso lato sono ovviamente molto meglio che quelli del 2008 e da qualche anno, oramai, i miglioramenti per volumi e margini si vedono.

Però c’è chi fa meglio di noi. Qualcuno potrebbe argomentare al proposito? Perché e che ci manca? (ammesso che qualcosa manchi). Ma sarebbe pura supponenza e sciocca autoreferenzialità non registrare il fatto: qualcuno fa meglio di noi.

 

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