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Atb Riva Calzoni protagonista nella tecnologia post nucleare

Il gruppo di Roncadelle raccoglie importanti commesse nella divisione equipaggiamenti pesanti
Il presidente Sergio Trombini con la ministra messicana dell'Energia Rocio Nahle García - © www.giornaledibrescia.it
Il presidente Sergio Trombini con la ministra messicana dell'Energia Rocio Nahle García - © www.giornaledibrescia.it
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«Nuovo è quello che merita di diventare vecchio», diceva un grande stilista. Con la sua innovazione continua Atb Riva Calzoni prosegue una storia ultradecennale portata avanti oggi da 1.500 dipendenti e una presenza commerciale (oltre che con presìdi diretti) sui mercati internazionali. Va su questa strada il «decommissioning», ovvero lo smantellamento dei siti nucleari e la produzione di «cask» (ma non solo), dall’inglese «botte», che servono per conservare le scorie radioattive.

«A T-esta B-assa»: Atb Riva Calzoni continua il suo cammino anche in un anno difficile come il 2020 in cui, poco o tanto, il Covid non ha risparmiato nessuno. La società bresciana riconducibile all’imprenditore Sergio Trombini - la cui famiglia quarant’anni fa, nel 1981, ha dato vita ad Atb Group - chiude l’esercizio con un volume d’affari di 172,5 milioni, in flessione del 13% rispetto ai 198,8 milioni del 2019, riduzione che trova ragione nel rallentamento delle attività edili. Il margine operativo lordo (9,1 milioni contro 11,3 del 2019) è stato pari al 5,3% del valore prodotto (nel 2019 era il 5,7%) per effetto della maggiore incidenza delle spese di struttura su un minor volume d’affari. Il risultato operativo è pari a 3,1 milioni di euro (5,1 nel 2019). La relazione sulla gestione sottolinea come la riduzione degli oneri finanziari e l'assenza di costi straordinari permette di chiudere il conto economico con un risultato ante imposte in pareggio di 0,1 milioni (+0,1 nel 2019), in miglioramento rispetto alla perdita consuntivata a fine 2019. Il risultato del gruppo è stato negativo per 0,7 milioni.

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Atb Riva Calzoni lavora su quattro canali. Vediamoli. La divisione e servizi industriali con Semat, Semat Engineering, Btb e Società Italiana Demolizioni rappresenta il 35% del volume d’affari del gruppo continuando a operare nei principali siti siderurgici ed europei con Arcelor cliente principale che solo negli ultimi mesi del 2020 con l’accordo con Ami attraverso Invitalia ha ripreso gli investimenti a Taranto con prospettive di ripresa degli investimenti nel corso di quest’anno. La divisione ha acquisito una commessa da Ansaldo Energia da realizzare in Germania.

La divisione equipaggiamenti pesanti, che fornisce apparecchiature per il petrolchimico e il nucleare, porta il 26% del volume d’affari del gruppo, lavorando a Roncadelle e Marghera dove non ci sono state significative interruzioni del lavoro. Commesse - seppur in una fase di rinvio degli investimenti - sono arrivate da Messico e Egitto e contestualmente la divisione è stata impegnata nella realizzazione di contenitori per il trasporto e lo stoccaggio di combustibile nucleare esausto (cask, appunto) con completamento e spedizione del primo cask al cliente Orano, permettendo così di pianificare la produzione in serie dei restanti apparecchi che impegneranno la divisione fino al 2025.

La divisione equipaggiamenti idro-meccanici - che rappresenta il 34% dei ricavi del gruppo incrementando il proprio peso sul volume d'affari garantito anche per il 2021 e il 2022- progetta, monta e installa attraverso Atb Riva Calzoni impianti idraulici e idroelettrici che la vedono presente on Laos, Cile, Ugadna con interventi che si concluderanno entro i prossimi dodici mesi, cui si aggiungeranno la fornitura di componenti al Canada e i nuovi progetti in Camerun e in Colombia oltre all’impianto di Koysha in Etiopia per Webuild. Atb sottolinea il «crescente fervore sui mercati internazionali per nuovi progetti in ambito large hydro» con volume di offerte sviluppato e in constante crescita verso tutti i continenti.

Quanto alla divisione che si occupa di rinnovabili (porta il 55% del fatturato consolidato), la pandemia ha condizionato l’avanzamento dei cantieri italiani e albanesi cui è seguita una ripresa nell’ultimo trimestre del 2020.

 

 

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