Artis, l’intelligenza artificiale può anche aiutare i bimbi con disabilità linguistiche

L’intelligenza artificiale come strumento di educazione inclusiva per bambini con disabilità linguistiche. Oggi è possibile grazie al software, che parla anche bresciano, «Artis», acronimo di Adaptive reading comprehension interface for send (special educational needs and disabilities) students.
Nato dalla collaborazione tra Sony Computer science laboratories (Csl) Paris e il Centro ricerca e cura di Roma (Crc), il progetto ha preso vita grazie all’incontro tra la 29enne bresciana Martina Galletti, ricercatrice al Sony Csl di Parigi e la logopedista del Crc Eleonora Pasqua. Da un primo scambio di informazioni sulle rispettive competenze le due passano a ipotizzare collaborazioni tra le due organizzazioni di cui fanno parte: la Sony Csl, incentrata sull’esplorazione di nuove aree di ricerca, tecnologie all’avanguardia e nuovi paradigmi utili al bene comune e il Crc di Roma, impegnato nella ricerca clinica, nella cura e nella riabilitazione in età evolutiva. Il risultato è, appunto, il software Artis, che due anni fa è stato presentato al Maker Faire di Roma.
Sotto la lente
Nel concreto questo strumento supporta la riabilitazione o l’insegnamento della comprensione del testo grazie all’aiuto dell’intelligenza artificiale e si rivolge a studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado con difficoltà nella comprensione del testo e può essere utilizzato sia in italiano sia in inglese. «L’interfaccia è stata sviluppata partendo dai modelli neuro psicolinguistici di comprensione della lettura - spiega Martina -, focalizzando l’attenzione sulle componenti linguistiche di elaborazione del testo».
Il software vuol aiutare gli studenti nell'analisi e nella comprensione di costrutti linguistici quali strutture morfo-sintattiche come per esempio pronomi o forme passive e relazioni semantiche come la causa e l’effetto, che risultano fondamentali nella comprensione del testo. La particolarità di questo software è il fatto che non va a sostituirsi al logopedista o all’insegnante: Artis, semmai, è lo strumento tramite il quale queste due figure professionali lavorano per facilitare la comprensione di testi che possono avere diversi livelli di difficoltà. Grazie ad algoritmi di IA è in grado di estrarre automaticamente parole chiave, associare pittogrammi, identificare vocaboli più complessi, generare reti semantiche e proporre esercizi su alcune componenti grammaticali.
«Il diritto a un’istruzione qualitativa, equa e inclusiva è un diritto umano - spiega Martina -. Tuttavia, persistono differenze e sfide significative, soprattutto quando si tratta di bambini con bisogni educativi speciali e disabilità». Artis, che vuol essere uno strumento in aggiunta ai tradizionali metodi adottati da figure come i logopedisti, va in questa direzione e ad oggi è stato utilizzato con successo coinvolgendo una ventina di bambini del Crc di Roma ed è in evoluzione con l’aggiunta di nuovi esercizi.
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