Garda

Un sottomarino per scoprire la verità sull'anfibio Dukw

Nel 2012 i Volontari del Garda trovarono il relitto del mezzo Usa, ora le nuove ricerche
Lo speciale di Teletutto dedicato al Dukw
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Un sommergibile per cercare altre verità sulla storia del Dukw, il mezzo anfibio Usa colato a picco il 30 aprile del 1945 nelle acque trentine di Torbole con a bordo 26 soldati della decima Mountain Division. Si salvò il caporale Thomas Hough dell’Ohio, che nella vita civile faceva il bagnino. Gli altri 25 furono dichiarati «missing in action». Ma furono cercati a lungo. Così come il Dukw.

A trovarlo, il 9 dicembre del 2012, furono Luca Turini e Mauro Fusato, responsabili del Nucleo nautico e subacqueo dei Volontari del Garda, che dopo lunghe ricerche (17 sessioni di sonar su un’area di 7milioni di metri quadri) individuarono il relitto a 270 metri di profondità. Ora nella storia del Dukw si apre un nuovo capitolo. Dal 1° ottobre comincerà un’indagine sul relitto e nella zona circostante, grazie ad un sottomarino che è in grado di scendere a quelle profondità con tre persone a bordo.

L’operazione sarà effettuata dal team di Brett Phaneuf, uno dei fondatori della Fondazione ProMare che si occupa di ricerca ed esplorazioni marine, che già nel 2004 partecipò ad una campagna di ricerca del mezzo che non ebbe successo. Per la prima volta dopo più di 70 anni, occhi umani vedranno dunque il relitto grazie a un sottomarino della società Icitneu, che ora si trova in Spagna e che sarà trasportato a Riva del Garda con un camion per essere poi calato nel lago.

Il supporto logistico all’operazione sarà garantito dalla barca dei Volontari del Garda, mentre la Squadra Nautica della Polizia di Stato di Riva del Garda presterà supporto di superficie per la sicurezza in acqua. L’intera operazione è finanziata dalla Fondazione ProMare. L’obiettivo principale è filmare con qualità HD il Dukw e la zona circostante, cercare eventuali reperti (ad esempio il cannone che si trovava sull’anfibio) e procedere alla valutazione dello stato del relitto, verificando lo spessore del metallo tramite ultrasuoni. Non sarà un’operazione di recupero, ma le informazioni raccolte saranno essenziali per comprenderne la fattibilità.

 

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