Garda

Promettono Rolex a bresciani facoltosi, ma sono patacche

I truffatori incassano anticipi per 80mila euro e li «investono» alle slot machines
Uno dei modelli pagati e mai arrivati a destinazione - Foto © www.giornaledibrescia.it
Uno dei modelli pagati e mai arrivati a destinazione - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Si accreditano come infallibili procacciatori di orologi preziosi e di non facile reperibilità. In poche settimane, così, da perfetti sconosciuti diventano la soluzione su misura per un gruppetto di facoltosi imprenditori bresciani.

L’incantesimo svanisce dopo pochi rintocchi: e quelli che sembravano affari sicuri come assegni circolari si dimostrano costosissime patacche. Dopo aver procurato solo parte di quanto promesso, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, spariscono con i sostanziosi anticipi in contanti che «reinvestono» con sontuose puntate alle slot machines. Risultato: degli orologi promessi nemmeno l’ombra e del denaro versato dai truffati resta solo il ricordo.

I primi non approderanno mai sui polsi di chi già si immaginava a spasso con Rolex ed Audemar Piguet. I secondi con tutta probabilità non rientreranno nelle tasche di chi li ha investiti. L’unica speranza dei quattro amici truffati è che i carabinieri e il sostituto procuratore Antonio Bassolino riescano ad acciuffarli, farli processare e condannare.

Secondo l’accusa protagonisti di questo «pacco» sono una coppia di romani che, sino a qualche mese fa, gravitavano nella zona di Desenzano del Garda, dove uno dei due gestiva un locale. Quarantadue anni uno, trentadue l’altro, verso la fine del 2018 i due erano riusciti ad accreditarsi presso questo circolo di appassionati di lancette di lusso mantenendo fede alla prima fornitura richiesta.

Puntuali nella consegna di un Rolex Daytona, di un Rolex Perpetual Lady e di un Submariner «Hulk» (pagati 24.500 tramite bonifico) la coppia riusciva nel giro di poco a conquistare la fiducia degli amici del loro primo acquirente. E così a fare il pieno. Nel volgere di poche settimane gli ordinativi fioccano e fioccano pure gli anticipi: in tutto saranno poco meno di 82mila gli euro finiti nelle mani del 42enne - che per l’accusa è l’ideatore della truffa - e del suo compagno accusato di concorso per aver messo a disposizione il suo conto corrente per incassare le somme.

Richiesto della fine dei Rolex, dopo aver temporeggiato a lungo, il 42enne ha sfoderato una serie di intimidazioni eloquenti, messe nero su bianco su whatsapp: «Ha sbagliato grosso con me e la paghi... Conosco tanta gente brutta... Buona fortuna per tutto e rispetta la tua famiglia in primis, uomo avvisato mezzo salvato». Per il pm c’è materia per chiedere una misura cautelare, che il giudice delle indagini preliminari però non dispone. I due restano liberi, in attesa della chiusura delle indagini. 

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