Garda

Promessi sposi puntuali, il vicesindaco no

Il matrimonio rischia di saltare, provvede un funzionario del Comune che sostituisce all'ultimo momento il vicesindaco
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Fedi a posto. Bouquet anche. Partecipazioni inviate da tempo. Confetti e bomboniere preparati. Riso e coriandoli pronti al decollo. Testimoni convocati, stirati e inamidati. Non manca nulla. O meglio. Manca solo chi celebra.

La condizione prediletta dai Bravi di Manzoni - un don Abbondio che si dà alla macchia senza nemmeno bisogno di fargli visita - si è verificata in Comune a Nuvolera. A sperimentarla con un certo imbarazzo, sono stati i due promessi sposi Cristina Montini e Alessandro Balduzzi: lunedì scorso erano puntuali con figli, testimoni e invitati, al palazzo municipale pronti per scambiarsi quel sì destinato a trasformare la loro vita.

«Ho suonato il campanello - ci ha detto Alessandro Balduzzi - quando mi hanno risposto ho riferito che eravamo arrivati per il matrimonio. Di rimando mi è stato detto che non c’era nessun matrimonio in programma e di passare nel pomeriggio. Mi è stato aperto comunque: io e Cristina siamo saliti tra lo stupore di tutti. Pensavamo ad uno scherzo. Invece era tutto vero. Il vicesindaco si era dimenticato di noi».

La celebrazione era stata programmata tempo fa, direttamente con il sindaco Andrea Agnelli, il quale aveva riferito che il giorno delle nozze sarebbe stato in ferie, ma avrebbe demandato il tutto al suo vice Nicola Bianco Speroni.

Avute le carte per il rito, emozionatissimi, Alessandro e Cristina si sono presentati con i loro tre piccoli figli. L’imbarazzo si è impossessato della futura signora Balduzzi, che vedeva sfumare, seppur momentaneamente il suo sogno. Tutto fortunatamente è rientrato grazie al funzionario comunale Ennia Patrizia Mancini che, con apposita delega, ma senza la classica fascia tricolore, ha provveduto alla cerimonia.

Tutto è bene ciò che finisce bene: gli sposi, felici e finalmente uniti, hanno ricevuto gli auguri degli amici e hanno potuto festeggiare. La più contenta era ovviamente la sposa: «Ce l’abbiamo fatta» l’urlo liberatorio della neo signora Balduzzi.

 

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