Garda

Preziosi: «Teatro Alberti, così si chiude»

Enrico Preziosi, presidente della società che gestisce il locale, accusa: «Da mesi continui controlli, verbali e multe».
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Il teatro Alberti dopo il Sesto Senso ed il Biblò? Rischia di chiudere i battenti anche l'ultimo tempio della movida della «capitale» del Garda, a giudicare dall'interrogazione urgente presentata al presidente del Consiglio comunale dal consigliere Paolo Abate. Questi sottolinea la circostanza che sarebbero in pericolo ben 40 posti di lavoro, oltre all'indotto. E le voci non vengono smentite da Enrico Preziosi, presidente della società Rep che gestisce da sette anni il famoso teatro cittadino. Preziosi ha confermato e lamentato ieri il «disagio» attraversato dall'attività negli ultimi mesi.

Restaurato e riportato a nuova vita otto anni, fa il teatro, situato nella centrale via Santa Maria, era un tempo la chiesa del monastero di Santa Maria del Carmine, fondato dai frati Carmelitani nel 1472. La chiesa poi sconsacrata venne adibita a teatro. Accolse numerosi spettacoli fino a quando perse «appeal» e fu trasformata negli Anni cinquanta in cinematografo. Il calo degli spettatori ne causò la chiusura ed un nuovo abbandono fino a quando fra la proprietà e la società Teatro Alberti, ora Rep srl, fu raggiunta un'intesa che, con il placet del Comune, diede il «la» ad una nuova rinascita. Il teatro divenne, sulla moda dei «cafè-chantant» parigini, nella parte alta ristorante ed in platea e sul palcoscenico luogo di spettacoli, musica, concerti live, intrattenimenti.

Ora la situazione sta nuovamente complicandosi. Lo teme, come abbiamo detto, il consigliere Paolo Abate che nell'interrogazione parla di voci di imminente chiusura del locale che metterebbe a rischio 40 posti di lavoro. Timori confermati dal Enrico Preziosi, presidente della società Rep srl che gestisce il teatro, notissimo come presidente del Genoa calcio e della società Giochi preziosi.
Dichiara Preziosi: «Abbiamo investito 2,4 milioni di euro nel recupero del teatro che era abbandonato e fatiscente. Dopo sette anni di investimenti, impiegando fra 35 e 50 dipendenti, abbiamo bilanci in passivo e accumulato perdite di alcuni milioni di euro. Questo è il rischio d'impresa, ma se a ciò si aggiunge l'Amministrazione, che ha un atteggiamento che prudenzialmente definisco riluttante nei nostri confronti, la situazione si fa difficile.

«Da mesi poi - continua - siamo oggetto di continui controlli, verbali, multe anche per questioni minimali. Abbiamo insonorizzato il locale, siamo pronti a fare gli eventuali ulteriori interventi necessari, facciamo di tutto per rispettare le regole. Se i clienti escono a ora tarda e parlano, oltre a invitarli al silenzio, cosa possiamo fare? Nei nostri confronti c'è, a mio avviso, un atteggiamento ostruttivo. L'incontro col sindaco da noi richiesto è stato inutile.
«Vorremmo continuare - conclude - perché il teatro Alberti è diventato punto di aggregazione, magari ampliando l'attività anche durante la settimana perché oggi apriamo dal venerdì a domenica ma lavoriamo un sol giorno. Intendo andare fino in fondo, voglio capire perché non mi rassegno all'idea che Desenzano continui su una china discendente che non c'è nella vicina Sirmione e in altre località turistiche del lago della sponda veronese». e. s.


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