Garda

Per evitare la Tav, il sepolcro del conte si sposta di 40 metri

Si tratta della tomba di Toussaint de la Motte, tenente austriaco morto poco prima della battaglia di San Martino, che è sepolto a Desenzano
La cappella minacciata dall’avanzata della Tav - © www.giornaledibrescia.it
La cappella minacciata dall’avanzata della Tav - © www.giornaledibrescia.it
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Il tenente de la Motte è salvo: il suo sepolcro sarà spostato di una quarantina di metri, in un’area di proprietà di Cepav Due. Non proprio un desiderio esaudito, ma quanto meno un pericolo scampato. Perché il conte Toussaint de la Motte, tenente austriaco caduto pochi giorni prima della battaglia di San Martino, continuerà a riposare lì dove è morto. Niente trasferimento nel parco monumentale dedicato alla battaglia, ma almeno i resti del tenente e la cappella che li custodisce saranno messi al sicuro dal cantiere dell’alta velocità e, al contempo, non lo intralceranno più.

Il Segretariato regionale per la Lombardia del Ministero della Cultura, ente cui spettava esprimersi in merito al trasferimento, si è espresso: sono serviti lunghi mesi, caratterizzati anche da pesanti polemiche, interrogazioni consiliari e prese di posizione, ma alla fine, pur avendo negato il trasloco, ha dato il proprio benestare allo spostamento di una quarantina di metri più ad est, in un terreno che il consorzio Cepav Due ha messo a disposizione. Si collocheranno a poca distanza dalle barriere fonoassorbenti della linea ad alta velocità, poco meno di una ventina di metri.

Non una posizione da sogno, siamo ben lontani dal prestigio del parco monumentale di San Martino, ma nemmeno la collocazione attuale lo è, così a ridosso dall’autostrada. Le mitigazioni però dovrebbero riuscire a valorizzare la cappella. Il tenente, dunque, non deve più temere l’alta velocità. Soddisfatto il sindaco Guido Malinverno, che si è speso per trovare degna collocazione a de la Motte: «Ci siamo mantenuti fermi nel nostro intento non concedendo l’utilizzo di un altro terreno di proprietà comunale che invece aveva individuato la Soprintendenza perché, oltre tutto, sarebbe stato complicato. Se non potrà andare nel parco, quantomeno sarà spostato». E soddisfatti anche le minoranze: «Tutto bene quel che finisce bene - dice Maurizio Maffi del Pd -. A qualcosa è servito tenere alta l’attenzione e pretendere attenzione».

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