Garda

Padenghe, beni sequestrati alla Rsa

Lo ha disposto in via cautelare il Tribunale per un debito di 600mila euro contratto dalla Fondazione.
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Il Tribunale di Brescia ha disposto il sequestro cautelativo dei beni mobili, immobili e dei crediti della fondazione Fratelli Beretta per la Valtenesi onlus, ente che gestisce la Casa di riposo nata dalla fusione delle Rsa di Padenghe e Polpenazze, per un totale di 600.000 euro. È stata così accolta la richiesta avanzata dalla cooperativa Progetto Salute, che nella Casa di riposo ha effettuato servizio socio-assistenziale fino a dicembre 2012, quando il contratto in essere è stato rescisso.

I 600.000 euro rappresenterebbero le spettanze dovute alla Progetto Salute dalla F.lli Beretta, spettanze che dalla Fondazione non sono appunto state mai versate. Il sequestro per la F.lli Beretta comporta l'impossibilità di disporre dei propri beni (compresi gli accrediti regionali), anche se a detta del presidente non vi saranno conseguenze né per gli ospiti, né per i dipendenti: la Rsa continuerà ad operare.

Il debito della F.lli Beretta però è reale. Spiega il presidente della fondazione, Antonio Faro: «Allo stato attuale, gli unici debiti della F.lli Beretta sono quelli relativi al Frisl regionale cui abbiamo partecipato per i miniappartamenti protetti che poi non abbiamo realizzato, e per i quali dunque dobbiamo restituire alla Regione i fondi (circa 600.000 euro) e quelli verso la Progetto Salute; avevamo pensato di risolvere entrambe le questioni con l'accensione di un mutuo da un milione di euro ma il sequestro ci impedisce di fatto di ricorrere a finanziamenti e, di conseguenza, non ci permette di saldare i due debiti».

Il provvedimento del Tribunale è giunto a Faro come un fulmine a ciel sereno: «Dal momento della mia nomina, lo scorso agosto, ho cercato di fare il possibile per ripianare i conti, in profondo rosso, della Fondazione; ho portato da 50.000 a 10.000 euro la perdita mensile, ho pagato, grazie ad un accordo con la Direzione territoriale del Lavoro di Brescia, gli stipendi arretrati dei dipendenti della Progetto Salute impiegati nella nostra struttura (oltre 100.000 euro) e ho saldato tutti i debiti "minori" della Rsa, provando a trovare soluzioni vantaggiose nel minor tempo possibile tanto che, nell'arco di un paio d'anni, avremmo potuto arrivare al pareggio di bilancio.

«Mancava poco - sottolinea il presidente - perché anche questo aspetto arrivasse ad un epilogo felice ma, di fatto, questo provvedimento ci taglia le gambe».
A dire di Faro, inoltre, il sequestro dei beni sarebbe una misura «superflua, visto che lo statuto stabilisce chiaramente l'impossibilità di decurtare il patrimonio della fondazione»; insomma, per il presidente i beni della F.lli Beretta non si potrebbero vendere comunque, indipendentemente dal sequestro. A questo punto, quello che resta da fare alla Fondazione è di presentare ricorso contro l'ordinanza: ci sono quattordici giorni di tempo, poi, entro due mesi, il tribunale si pronuncerà nuovamente.

Qualora il sequestro cautelativo venisse confermato, la Fratelli Beretta si troverebbe nella posizione di non poter far fronte in alcun modo ai debiti contratti, il che potrebbe seriamente compromettere l'attività stessa della Fondazione.
Alice Scalfi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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