Garda

Operai senza stipendio da agosto protestano per 10 ore sulle gru a Calcinato

L’azione dei lavoratori in un cantiere a Calcinato: i pagamenti bloccati dalla chiusura del Superbonus
I tre operai sono saliti su due gru di un cantiere a Calcinato - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
I tre operai sono saliti su due gru di un cantiere a Calcinato - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Nella catena dei subappalti legati al Superbonus l’anello più debole sono Khaled, Abdul e Salah: tre muratori egiziani che ieri mattina alle 8 sono saliti su due gru di altrettanti cantieri nel centro di Calcinato e lì sono rimasti fino a sera, fino a quando è stato trovato un accordo.

Erano da poco passate le 18 quando l’ultimo dei tre ha affrontato la discesa. Avevano un’unica richiesta: lo stipendio arretrato, che hanno affermato di non percepire dal mese di agosto.

Le storie

Uno dei tre, Khaled, 36 anni, è pure il titolare della ditta che dà lavoro agli altri due e ad altri operai: azienda «sub-sub» appaltatrice di quei lavori utili a rifare le facciate dei condomini del comparto ex Filanda di Calcinato. Hanno finito «la loro parte», i cappotti, alla metà di ottobre, e da luglio non hanno percepito un quattrino.

Dall’altra parte, e a terra, c’era il titolare dell’azienda che a loro dire avrebbe dovuto pagarli: è arrivato ieri mattina presto e non se n’è mai andato, ha spiegato che il pagamento sarebbe giunto nel volgere di pochi giorni, nei termini tra loro pattuiti.

In serata è stato raggiunto un accordo - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
In serata è stato raggiunto un accordo - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Siamo in via della Filanda. A dieci metri c’è il municipio e ieri mattina c’era il mercato. Khaled, Abdul e Salah sono saliti sulle gru, sono arrivate in forze tutte e tre le maggiori sigle sindacali del settore edile, Fillea Cgil, Filca Cisl e FenealUil, sono arrivati i Carabinieri della Compagnia di Desenzano e quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Brescia, i Vigili del fuoco, un’ambulanza del Soccorso pubblico calcinatese.

Tra lo sgomento generale di quanti passavano di lì, tanti e tutti solidali. Via della Filanda è stata chiusa con un nastro bianco e rosso. I presenti sono stati fatti allontanare. È cominciata la lunga mediazione che si è protratta fino a sera e che ha portato all’accordo.

Il lavoro

Nel mentre, i tre sulle gru hanno iniziato a raccontare le loro storie. Abdul ha solo vent’anni ed è in Italia da quando ne aveva 17. Come i colleghi, vive nel Milanese e percepisce uno stipendio medio mensile di circa 1.300 euro. Da agosto, nulla: «Ho smesso di fare colazione per risparmiare. Devo pagare l’affitto, le spese e mandare qualche soldo alla mia famiglia in Egitto - ha raccontato al telefono mentre si trovava sulla gru -. Ci hanno sempre pagati, ora non più. Sono venuto in Italia per costruire il mio futuro, parto la mattina alle 5 e rientro alle 20, con la pioggia o con il sole». Ieri era a venti metri d’altezza, al freddo, senza mangiare, come i suoi due colleghi. Come Salah, che di anni ne ha 44 e che in Egitto ha quattro figli, e Khaled. Perché anche Khaled, seppur titolare, si trova nella medesima situazione e forse pure peggiore, perché non ha modo di pagare gli stipendi ai suoi dipendenti. Il «buco» sarebbe di 74mila euro. È stato l’ultimo a scendere, Khaled.

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Anche l'ultimo operaio è sceso dalla gru

Salah e Abdul hanno retto fino alle 17.30, poi li ha vinti il freddo. Khaled ha resistito per altri 45 minuti, il tempo di avere certezze che un bonifico, seppur di importo decisamente inferiore rispetto al debito, fosse arrivato: «Diecimila euro. Per il resto - ha raccontato una volta a terra -, l’Ispettorato del lavoro mi ha assicurato che si risolverà nei prossimi giorni».

Un esito che per i rappresentanti delle sigle sindacali presenti ieri per tutta la giornata è «positivo, ma soltanto perché sono scesi. Non sappiamo i dettagli dell’accordo raggiunto, ma faremo i dovuti approfondimenti».

Una volta a terra sono stati prima visitati in ambulanza, poi accolti dal sindaco Nicoletta Maestri e dall’assessore Viviana Ponzoni in municipio dove gli hanno fatto portare la cena. Non verranno per loro giorni facili, perché per reclamare il loro diritto hanno compiuto una serie di reati. Rischiano di rispondere di procurato allarme e esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

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